Ma l’arte del fumetto è nelle matite del disegnatore o nel volere di chi paga, l’editore? Guardiamo il video per la risposta di Elia Bonetti

Il video della serata del 3 dicembre con l’intervista di Edoardo Arzani ad Elia Bonetti che apre le porte verso il magico mondo dei fumetti. Con i molti interrogativi che distinguono tra immaginario e realtà, tra fantasia ed aspirazione artistica che comunque devono fare i conti con i bisogni (economici) e di vendita dell’editore o del committente. Che spesso ad esempio di colorazione e di equilibrio complessivo dell’immagine sa poco o nulla. Elia, ad esempio, racconta del manifesto richiesto dalla Ferrari: la “Rossa” lanciata ad attraversare le fiamme di un fuoco incandescente. Teoricamente immagine grintosa ma di nessuna efficacia: rossa la Rossa, rosso il fuoco, il manifesto sarebbe stato soltanto una macchia rossa.

Siamo tutti fumettari
Prove tecniche per una copertina: si parte dal disegno che deve già dare il messaggio del fumetto che segue (in questo caso un fumetto dedicato alla battaglia di Stalingrado)

Il bambino, appassionato dei fumetti dell’Uomo Ragno, di Cpaitan America e degli altri eroi americani disegnati da Elia, timidamente gli ha chiesto “Ma tu come hai fatto a farti assumere dalla Marvel?”
Elia ed Edoardo: ma disegnare è fatto artistico o più semplicemente lavoro? Quanto appaga la fine di un fumetto, essere giunto all’ultima vignetta?

Il disegno deve avere un equilibrio complessivo per permetterti di immedesimarti, di entrare nella scena, di sentirti partecipe come se tu fossi lì, a pochi passi dal protagonista

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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