Dal testo “La Repubblica” (libro VIII, 560 c.) di Platone, vissuto da tra il 428 e il 348 a.C., si evince che le sorti della democrazia, degenerando come tutte le cose create, sfoceranno nella tirannia, che il filosofo ateniese considera la peggior forma di governo. La democrazia, dice Platone, si ha quando si instaura l’uguaglianza dei cittadini, sia degli uguali sia dei diseguali, che distribuiscono a sorte gli incarichi pubblici. Nello Stato trionfa la “libertà”, che diventa presto licenza, finendo per mancare ogni ancoraggio ai valori etici. Così che viene meno la certezza del diritto e, per fare carriera in ambito politico, è sufficiente proclamarsi “amico del popolo”.Il rispetto per gli anziani viene considerato scempiaggine, la temperanza è vista come un’assenza di virilità. Per contro la prepotenza e l’arroganza sono ritenute le vere forme della buona educazione, l’anarchia è giudicata vera libertà, l’impudenza coraggio, la dissolutezza magnanimità. Allorché la libertà si trasforma in anarchia essa assume i connotati della demagogia e quando una comunità, assetata di libertà, viene a trovarsi sotto la guida di cattivi coppieri, i suoi componenti si ubriacano bevendo la libertà pura ben oltre il dovuto, lodano e onorano i governanti al pari dei governati e i governati come i governanti. Inoltre i genitori finiscono per temere i figli e i maestri gli allievi, i ragazzi non rispettano gli adulti e gli anziani si imbellettano per compiacere i giovani. L’uomo, inoltre, un giorno si ubriaca ascoltando musica e quello successivo si mette a dieta, una volta si ritrova pigro e svogliato, un’altra sportivo. Esso un dì si dedica alla filosofia e un dì alla politica, salendo sulla tribuna da dove parla e agisce a casaccio.E’ la volta in cui la democrazia si muta in dispotismo e trapassa in nepotismo. Quale forma piacevolissima di governo essa si presenta piena di varietà e di disordine, mentre dispensa una sorta di uguaglianza agli uguali come ai diseguali. La conclusione di questo processo degenerativo sarà inevitabilmente la tirannide.