Suzanna Leigh è una splendida signora dagli occhi sorridenti, che saluta il pubblico in conferenza stampa danzando sulle note di Elvis. È lei l’ospite d’onore della 18esima edizione dell’evento dedicato a Presley, che si terrà in serata al Fillmore di Cortemaggiore.
Presentata dal Presidente dell’Elvis Fan Club di Piacenza, Marco Barabaschi, al Centro studi di Cariparma, tra giornalisti, fan e autorità, Suzanna ha raccontato del suo rapporto con Hollywood e con Elvis.
Com’è stato per la giovane Suzanna lavorare a Hollywood?
«Ho iniziato a recitare a 12 anni. La mia madrina era Vivien Leigh, protagonista di Via col vento, e mi aveva raccontato di Hollywood: era il mio più grande sogno. Avevo già lavorato in serie tv in Francia e in Inghilterra ma niente mi aveva preparata a tanto. Tutto era così grande. Vi ricordate il telefilm Bonanza? Le strade erano proprio così. E avevo 7 dipendenti che lavoravano per me dal primo giorno, solo per prepararmi all’ingresso sul set. In Inghilterra ne avevo solo una. Avevo 19 anni ed era straordinario».
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Lei ha scritto un libro su Elvis, che presenterà stasera. Com’era lui?
«Molti hanno scritto libri su Elvis ma non l’hanno mai incontrato. Era straordinario. Quando venne sul set, c’era elettricità nell’aria. Calò un silenzio assoluto e qualcuno mi disse: sta arrivando».
I giornali all’epoca scrissero di un vostro flirt.
«Certi giornali… Bé, non potevi fare a meno di innamorarti di Elvis, io la ero ancora prima di conoscerlo. Come cantante era incredibile, poteva affrontare qualsiasi genere. (…) Si diceva che a fine riprese fuggisse via dal set. Così pensai: “Devo studiarmi qualcosa”. Ma era difficile per lui, non poteva invitarti a cena. Lo feci io. Diciamo che ci fu qualche bacio, qua e là. (…) Gli presentai Steve McQueen. Erano fan l’uno dell’altro e sono corsi a vedere le proprie moto! (…)
Cosa pensa della tragica fine di Presley?
«Negli ultimi anni Elvis non era molto felice, credo. Il colonnello Parker era uno scommettitore e pensava solo al guadagno, ogni volta che Elvis provava ad uscire da questo contratto con lui non riusciva. Il colonnello giocava e, in una sera, bruciava enormi somme. Alla fine mancavano i soldi anche per pagare l’albergo. E poi un medico dava ad Elvis farmaci che non aveva bisogno di prendere. È un grosso dispiacere per me che il suo medico non sia stato radiato per sempre. Comunque, anche la morte di Elvis ha circostanze misteriose. Ne parlerò stasera al Fillmore ed anche nel mio nuovo libro in uscita».