Il melodramma raccontato al Rotary Farnese e al Rotary Piacenza Val Nure e Val Trebbia da Simone Tansini, baritono, formatore, scrittore

Presso la Terrazza del Grande Albergo Roma durante un incontro organizzato dai Rotary piacentini Simone Tansini, baritono, formatore e scrittore, nelle vesti di conferenziere, ha ripercorso il melodramma raccontato attraverso le parole che l’hanno ispirato e reso immortale, in un concatenarsi di eterni sentimenti: le parole del cuore. Riportiamo il resoconto pubblicato dal quotidiano on line PiacenzaSera.it

Simone Tansini, ha ricordato il quotidiano, parallelamente all’attività artistica, lavora come formatore musicale proponendo un metodo di approccio formativo al teatro e alla musica e sviluppando percorsi che utilizza nelle scuole di ogni ordine e grado: proprio questa attività lo ha portato a teorizzare lo stretto legame tra capacità di ascolto del melodramma, in tutte le sue sfaccettature, ed una nuova, possibile educazione sentimentale, una ritrovata capacità empatica da parte dell’essere umano. 

L’opera come genere complesso, ha dunque ricordato durante la conferenza al Grande Albergo Roma,, chiama in causa diverse discipline: la lingua e letteratura italiana, le lingue e letterature straniere (basta pensare a Victor Hugo ed al suo dramma “Le roi s’amuse”, fonte letteraria del “Rigoletto“, oppure alla “Dame aux camélias” di Alexandre Dumas figlio che ha ispirato la “Traviata” di Verdi), la storia del teatro, la musicologia, la storia, l’iconografia teatrale, le cui competenze possono certamente integrarsi e rafforzarsi a vicenda, al fine di una comprensione il più possibile allargata ed integrata.

Più di ogni altra espressione artistica, ha proseguito Tansini, il melodramma ha il dono d’imprimere in chi ascolta l’impeto delle passioni, come se le vivesse in quel momento; allo stesso tempo, queste passioni simulate sono organizzate in una forma: il che non solo consente l’opportuno distanziamento ma consente e facilita il ragionamento sulle passioni, la loro verbalizzazione, la presa di coscienza della loro dinamica. Un insegnamento, quello del melodramma, che promuove percorsi di formazione per stimolare la capacità di riflettere sull’affettività, e che fornisce strumenti per sradicare pregiudizi e stereotipi di genere, può essere un primo ed importante passo verso la trasformazione della società stessa; i sentimenti si imparano attraverso modelli, storie, narrazioni. I miti greci, per esempio, descrivevano con Zeus il potere, con Atena l’intelligenza, con Apollo la bellezza, con Afrodite la sensualità, con Ares l’aggressività, con Dioniso la follia.

Erede del teatro in prosa, il melodramma dunque canta eventi, situazioni umane sentite e vissute e proprio grazie alla voce cantata imprime a tali eventi emotività e partecipazione che si delineano in un rivivere le passioni, gli stati d’animo, i conflitti, le dinamiche del cuore umano, l’amore ( “il gran maestro che ci trasforma”), a scapito delle idee, delle teorizzazioni che il teatro “parlato” lasciava più o meno ampiamente dispiegarsi (come accadeva nella tragedia greca o nel teatro di Shakespeare o Calderón de la Barca). Il melodramma educa l’immaginario: proietta una concezione del mondo, fissa personaggi e situazioni-tipo, offre modelli psicologici allo spettatore (come farà il romanzo, il teatro drammatico ed il cinema), educa i sentimenti: crea figure tipiche che trasmettono messaggi forti (Violetta, Rigoletto in Verdi, Il principe Calaf, figlio del re dei Tartari, in “Turandot”), scavando nelle loro anime: personaggi reietti, senza nome messi ai margini della società (il buffone Rigoletto che si rifiuta di rivelare anche a sua figlia Gilda il suo nome ed identità) o che nell’identificazione e rivelazione del nome (Turandot che deve indovinare il nome del Principe) richiamano il fortissimo valore dell’affermazione personale ed individuale.

Don Giovanni finisce i propri giorni terreni sprofondato negli inferi da una statua, ma questi inferi che aspetto avranno? E se fossero solo un luogo di passaggio verso qualcosa di imprevedibile, in un tempo sospeso che ci mostrerà le vite di tutti coloro che sono stati “toccati” dal grande seduttore? Don Giovanni oltre Don Giovanni stesso, in un racconto avvincente, gotico ed introspettivo.

Concludendo si coglie l’occasione per ricordare, a margine della conferenza, che Simone Tansini risulta promoter della casa editrice 40gb con la quale ha pubblicato diverse opere ispirate ai melodrammi. Così ad esempio “Il patto delle statue” illustrato da Nicola Genzianella, volume reperibile nelle principali librerie e negli store di vendita on line come LaFeltrinelli.it, IBS.it, Mondadoristore.it e anche liberamente consultabile presso l’associazione Fabbrica&Nuvole in via Roma al 163.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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