Dopo la pausa estiva sono tornati gli incontri dei mercoledì coi grilli per la testa in via Roma al 163, incontri coordinati e condotti da Claudio Arzani con scrittori e poeti piacentini o che comunque narrano vicende reali o di fantasia vissute nel nostro territorio. Così mercoledì 4 ottobre è “stata la volta” di Paola Chimisso e del dottor Patrizio Capelli, rispettivamente infermiera strumentista di Camera Operatoria e Direttore del Dipartimento delle Chirurgie dell’Ausl piacentina. A “Base Grande 13“, il libro pubblicato da Paola, il compito di raccontare la vita, le emozioni, le vicende, le paure vissute in ambiente ospedaliero, spesso avendo tra le mani la vita di una persona.
Ma perché di un titolo che fa pensare alla misteriosa e segretissima Area 51 americana o ad una base artica? Base Grande 13 in realtà non è altro che un tavolone, un “tavolo madre” predisposto in camera operatoria con tutti i ferri che possono servire al medico (“primo operatore“, responsabile dell’operazione) soprattutto nel momento dell’imprevisto.
Così il libro, pensato da Paola tra il 2019 e l’anno successivo con pubblicazione nel 2021, racconta di quel che succede in un ipotetico ospedale (anche se spesso si riconoscono situazioni che sono proprie del “nostro” Guglielmo da Saliceto) attraverso i sentimenti dei protagonisti immaginari, dalle infermiere Valentina e Carolina ai medici Alessandro e Fabio con in particolare quest’ultimo che, giunto dalla natia Roma, decide di tornare a casa propria aprendo un vuoto nell’organizzazione del reparto. Esattamente come succede nella nostra realtà dove appunto il “turn-over” sia di medici quanto di infermieri spesso non ha possibilità di rimpiazzo.
Perché, come ha sottolineato il primario dottor Capelli, “questo mestiere forse é passato di moda” o meglio ancora non è facile scegliere un lavoro che ha al centro il rapporto con la sofferenza ovvero “una situazione difficile da digerire“. Così ad esempio un settore che era di grande attrattiva per i giovani laureati come la chirurgia toracica, a Parma non riesce a trovare candidati disponibili.
Il libro dunque, pur raccontando con delicatezza anche il tempo della tragedia come è stata la situazione all’esplodere della prima ondata di diffusione del virus e dell’infezione da Covid-19, procede evidenziando il respiro di sollievo del dopo pandemia, quando tutti gli ospedali – ma il nostro in primis – sono tornati alla normalità del quotidiano con i problemi della salute che certo restano incisivi ma con un tasso di soluzione elevato e la vita – dei pazienti e degli operatori – torna alla norma della quotidianità lasciando spazio alla speranza di un futuro possibile, ai sentimenti, alla musica che è colonna sonora del nostro incedere giornaliero – per cui anche un gruppo di medici possono riunirsi in un complesso rock per esibirsi pubblicamente – e infine, perché no, all’amore.
Così si è concluso nei locali della Scuola Azzurra dell’associazione Fabbrica&Nuvole l’incontro con il romanzo di Paola Chimisso, libro di fantasia ma che in tante pagine si direbbe ispirato alla realtà del “nostro” Guglielmo da Saliceto che quotidianamente, al 44 di via Taverna, garantisce assistenza, diagnosi e cura ai piacentini nella consapevolezza che la più grande risorsa del nostro vivere e del nostro impegno è rappresentata dall’uomo, dall’essere umano definito nel senso più ampio possibile.
Con queste parole, conclusa la parte più direttamente letteraria della serata, tutti nella sala dove era allestito l’abituale piccolo rinfresco offerto dall’associazione, occasione per scambiare in via diretta quattro chiacchiere tra il pubblico e i tre protagonisti, Patrizio, Paola e Claudio ai quali si è aggiunto per fare gli “onori di casa” il presidente di Fabbrica&Nuvole, Bernardo Carli.