Fabbrica&Nuvole cos’è: una serenata per te. Così sabato scorso tra le genti del quartiere di via Roma. Affacciati anche tu

Sabato 1 ottobre: una serenata dai ragazzi e le ragazze di Fabbrica&Nuvole per le genti del quartiere di via Roma

Via Roma, un tempo principessa oggi, c’è chi dice, sfigurata dal tempo inesorabile che passa. Serrande abbassate, bar abbandonati, si dice troppi stranieri, troppe risse, troppa violenza. Quartiere popolare ormai degradato, dal quale, pensano in tanti, sarà meglio star lontani. Così dicono in tanti: un Bronx in salsa piacentina. Ma non per tutti è così. Anzi, questi finiscono con l’essere luoghi comuni, semplici chiacchiere per sentito dire. Immaginiamo invece di vivere questa porzione di mondo e di città come luogo di inclusione sociale. Certo, vero che in questa strada troviamo molti immigrati ma chi sono, li conosciamo? In genere sono lavoratori. Soprattutto impegnati nella logistica. Certo troppo spesso in modo precario, giusto qualche mese poi tanti saluti fino alla prossima necessità. Pendolari del lavoro. Qualche mese da noi, poi via, da qualche altra parte per qualche altra opportunità. La maggioranza invece ha un lavoro abbastanza consolidato, sono immigrati di seconda generazione, hanno portato moglie e figli, tengono famiglia, vivono la vita in pace. Li vedi, ben vestiti, spesso con abiti colorati che fanno invidia. Certo, hanno le loro abitudini, la loro cultura, probabilmente non leggono Libertà e non ascoltano Radio Sound. Ma niente risse, niente violenza, sono tante le mogli che spingono carrozzelle, sono tanti i bimbi che tornano da scuola con le loro cartelle, con gli zaini, con gli appunti della maestra scritti nel diario proprio come i nostri figli. Insomma. Via Roma? Un angolo di città dove vivere può essere piacevole, “normale”, amicale. Vogliamo provare a crederci? Beh sicuramente ci crede l’associazione Fabbrica&Nuvole.

Come dimostrato sabato 1 ottobre.

Una serenata per le genti di via Roma: con le danze di Riccardo Buscarini

Un gruppo di “ragazzi” e “ragazze”, quelle e quelli di via Roma al 163, due vetrine sede della Scuola Azzurra dell’associazione Fabbrica&Nuvole, volontariato per l’inclusione sociale. Bernardo, Marco, Claudio, Simone, Valeria, Silvia, Dalila, Stefano, Renata, Mauro, Francesco, Gianpaolo. Senza dimenticare, scodinzolante, Luna. Tutti d’accompagno, di contrada in contrada, di via in via, di strada in strada, a Riccardo e Paolo. Via Pantalini, via Guastafredda, via Confalonieri, piazza San Paolo, via Scalabrini, via Neve, via Roma, via Tibini, via Alberoni. Suonando i campanelli per dire “c’è una serenata per voi, affacciatevi alla finestra“. Come quei tempi andati, in campagna e nella Piacenza popolaresca. Ricordi di porte sempre aperte, di donne all’uscio in strada a raccontar la giornata, a scambiar ricette, pettegolezzi, confidenze. I bambini e i ragazzini a giocare, “occiu mulassa ch’ariv a caval“, il bottiglione di rosso sempre pronto per il nuovo arrivato, la briscola giocata in strada tanto al più passava il Mario in bicicletta.

Si suonano campanelli e all’inizio nessuno s’affaccia, qualcuno passa e se ne va

Diciamolo. Alle prime scampanellate nessuno s’affaccia. Poi s’arriva a quel portone, si suona, ancora nessun risponde ma lo scatto avverte che potremmo addirittura entrare. Fiducia senza limiti. Ma non era il quartiere delle risse e della violenza? Ma chi l’ha detto? Certo, nessuno s’affaccia, niente risposta al citofono così non si capisce quale sia l’offerta. Tu non apri la finestra ma Paolo suona comunque alla chitarra e Riccardo, nella vita coreografo e ballerino, danza nella strada. E sembra smossa qualche tenda nonostante non s’abbia notizia del minimo alito di vento. Dietro quelle tende qualcuno origlia, curioso ma ancora un poco diffidente.

Poi quella donna che scende, apre la porta, ringrazia

A seguire poi finalmente s’apre la prima finestra, “ma cosa fate?” chiede una ragazza. Che alla fine applaude, come applaude quell’uomo che s’affaccia in camicia e cravatta e un’altra donna che scende alla porta sperticandosi in “grazie, grazie, grazie“.

… e quell’uomo, camicia e cravatta, s’affaccia, applaude

Poi una coppia, un ragazzo con l’amica che si fermano, sorridono, ammirano la serenata per loro (che siano innamorati o semplici conoscenti poco importa). Un ragazzo orientale probabilmente studente nella vicina facoltà di architettura, anche lui apre il portone, s’affaccia, ci fotografa, chiede in inglese cosa si sta facendo e Renata “we dance for you” e lui ringrazia, sorride, saluta. La mamma che chiama il figlio e dietro la finestra lo fa salire sulla sedia affinché veda meglio.

Qualcuno esce dai negozi, incuriosito: una bella giornata

Elisabetta con Pietro che per un tratto camminano con noi. Il figlioletto di Gero che rincorre Bernardo per spaventarlo e Bernardo, ragazzino nell’anima, che sta al gioco. La donna che resta dietro la tendina con i fiori ma quando la saluto ricambia con la mano. Quei ragazzi, immigrati, che s’affacciano dal bar sorridendo. L’immancabile bandiera per la pace al balcone. Una giornata di ridente umanità.

Il balcone per la pace, contro tutte le guerre e le discriminazioni

Una giornata di timido tiepido sole iniziata, in verità, senza scampanellii ma semplicemente presentandosi agli ospiti del Maruffi raccolti nel cortile, i più in carrozzina felici d’una giornata diversa, felici di non essere dimenticati, di non essere soli, di sentirsi parte di un’unica grande comunità.

Un pomeriggio diverso per le ospiti del Maruffi

Bastano in fondo pochi minuti con Riccardo che danza con il nastro azzurro simbolo dell’iniziativa legato al polso e con quel nastro ‘accarezza‘ tutti e tutte, compresa quella giocosa ospite che quel nastro svolazzare l’afferra e non lo lascia più. Per passarlo nelle mani dell’amica vicina che, le sue mani, non le muove più, non riusciva lei a sfiorare quel nastro che la voleva accarezzare. Lo confesso: mi sono commosso, avrei voluto abbracciarle, le ho salutate abbracciandole, ricambiato, con gli occhi.

Vorrei ancora fare un ballo con te

Questo il quartiere di via Roma dove i ragazzi e le ragazze di Fabbrica&Nuvole si ritrovano in sede per ideare pomeriggi di serenate, presenza alla festa di quartiere – quella che si tiene ad ogni prima domenica del mese – con tanto di risottate in strada, la biblioteca con i libri a disposizione, mostre d’arte e figurative, incontri con poeti e scrittori piacentini, laboratori e corsi per adulti e ragazzi e quant’altro seguirà. Questa è contrada Roma, una via di gente per la gente.

Affacciati anche tu.

Gente di contrada Roma: affacciati anche tu

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.