La telefonata a mezzo pomeriggio. Fausto (Chiesa). Per annunciare la fine della stampa del libro. “Il Signor Sette per Tre Ventuno, storie di Pietro Derba“. Dalla nascita (il 7 marzo 1921, appunto) al padre che s’imbarca per l’Argentina per non ritornare mai più (“per politica o per fame? Non lo so“, mi ha confessato Piero), la vita con la mamma e la sorella a Borgonovo, la bicicletta acquistata con i soldi mandati dal padre da oltroceano, il lavoro nella Milano da raggiungere in bicicletta, la chiamata alle armi in piena epopea di una guerra inutile che poteva solo vederci perdenti, lo sbarco a Tripoli con la richiesta alla mamma di dentifricio (‘Chlorodont’, ovviamente) perché manca di tutto, la prigionia, il ritorno nel BelPaese mesi dopo la fine del conflitto, il lavoro in banca, la famiglia, le figlie, il figlio, le nipoti, i nipoti, la pensione, la voglia di raccontare. Emozioni. “Io ho già 5 copie”, prosegue Fausto dribblando un insulto targato invidia ma non potendo evitare una replica accorata, “a proposito, siete proprio MESSI male voi juventini” (la gobba nei giorni scorsi ha subito un pesante 3-0 dal Barcellona, con doppietta di Messi, appunto). Cattiveria dalla quale comunque esonero il Piero, a sua volta bianconero fino alla radice dei capelli. Purtroppo ci ha lasciati, non vedrà il libro con le sue storie, libro voluto dalla famiglia per onorarlo e ricordarlo e noi, io e Fausto, siamo protagonisti del racconto della sua vita. Emozioni. Libro che, conferma Fausto, andrà in onda pubblicamente domenica 24, tra poco più d’una settimana, all’Auditorium della Rocca a Borgonovo, paese dove la famiglia Derba vive. “La famiglia ha già fatto stampare i manifesti della presentazione, alle ore 17 con noi due protagonisti. Poi forse parleranno il Sindaco, la figlia Donatella, un generale amico di Pietro, il vicepresidente dell’associazione alpini provinciale PierLuigi Forlini“. Stampate anche cartoline, presi contatti con la stampa, insomma un battage pubblicitario finalizzato a mobilitare tutto il paese e zone limitrofe. Quante persone avremo di fronte, viste dal palco? Forse ‘ottantagente’. “Verrà sicuramente gente anche da Piacenza“. Insomma. Emozioni: un libro è come un figlio. Ed è nato.