Copie del libro poetico pargol del cor ad Aldo Braibanti, autorevole poeta, e Annamaria Arlotta, impietosa censora

Chi trova un amico trova un tesoro. In onore a Ferruccio Braibanti che, pochi giorni fa, ha acquistato due copie del libro poetico pargol del cor, “E’ severamente proibito …“: di una per farne omaggio non so bene dove, in quale angolo del BelPaese, da quell’uomo (del quale, me ne perdoni, or mi sfuggon nome e cognome)  che ho conosciuto, anni fa, come Direttore Generale dell’Azienda Usl di Venosa, nella lontana Basilicata. Al ritorno invece ha lasciato la seconda copia a Roma allo zio, quell’Aldo Braibanti rinomato poeta e famoso per le traversie giudiziarie vissute per la dichiarata omosessualità negli ancora oscuri anni sessanta, con tanto di reclusione cui l’hanno condannato e costretto per la sua diversità. Un personaggio, dunque. Senza dimenticare il suo essere partigiano e comunista, oltreché persona di grande spessore culturale. Bene, Ferruccio mi ha riferito che lo zio, ormai ottantacinquenne, ha gradito. Pur evidenziando la differenza di genere (i miei versi sono canzonette rispetto al suo ben diverso spessore) ha percepito il “sapore ed il legame con la mia terra” che sono parte integrante della mia poetica.

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Invero, lo confesso, non condivido molte delle scelte di vita di Aldo Braibanti ma una cosa la devo: il rispetto per i prezzi pagati per difendere le sue convinzioni, la sua diversità, la sua coerenza. Conosco molto bene, la questione. Diversità e coerenza, pensare e cantare fuori dal coro hanno sempre dei prezzi da pagare. Viviamo in un sistema organizzato a gruppi. Gruppi politici, gruppi etici, gruppi di potere, gruppi punto e basta. Il sostegno del gruppo e l’appartenenza al gruppo diventano il viatico per ottenere il raggiungimento di un obiettivo personale magari con la certezza di poter contare su qualche scorciatoia. Senza escludere che, per privilegiare l’appartenente al gruppo, sia necessario trovare un capro espiatorio, una vittima sacrificale, qualcuno da immolare per lasciar libero il posto da occupare. Chi meglio allora del diverso, dell’isolato, di chi rifiuta l’omologazione? Sì, le mie liriche sono solo canzonette rispetto all’approfondimento politico e culturale delle composizioni di Aldo Braibanti. Però cercano di essere libere, di non scendere a compromessi, di non vendersi al gruppo di potere in auge al momento. Come del resto cerco sia la mia vita. Pagandone, come ho pagato e continuo a pagare, i prezzi del caso. Per questo un commento sia pur moderatamente positivo da una persona che stimo per coraggio e coerenza mi ha portato a veleggiare a mezzo metro da terra, in quel dei Bersani, amena località persa tra le colline della Val Vezzeno, in bilico tra l’eremo e il cimitero degli elefanti dove Ferruccio da qualche anno si è ritirato e dove, appunto, mi ha raccontanto dei commenti dello zio.

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Insomma, autorevoli gratificazioni per il piccolo poetucolo della dimenticata bassa padana.

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Da parte mia inevitabile cogliere l’occasione del viaggio a Roma lo scorso 5 maggio per finalmente consegnare, sorseggiando caffè americano in via Veneto, ad Annamaria Arlotta la “sua” copia. Censora delle mie superficialità e del mio talvolta imboccare percorsi facilitati e semplificati mi chiede a quando la prossima fatica, quella dove, a suo dire, staranno le mie poesie le più belle, quelle dove cresco, quelle dove ironizzo, quelle dove, sempre a suo dire, finalmente m’impegno. Quelle appunto nate dopo l’agosto del 2004 tra le critiche e i viaggi di Annamaria discesa dalla lontana verde Scozia fino all’eremo tra i monti di Rieti, dedicate agli incontri all’ombra del faro di Ancona sognati e promessi con  Roberta, ispirate dalla magica laguna da un angelo di nome Senza. Chissà mai se quel giorno mai verrà.

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Per il momento una curiosità: la poesia che più mi ha colpito, scrive via e-mail Annamaria, quella di tutto il libro che più ti rappresenta, sarebbe “Incontenibile presenza, tua”. Stranezze: avevo inviato copia del libro ad un concorso a LaSpezia e, di tutte le 24 liriche, quella era stata prescelta per essere inserita nell’antologia delle migliori opere presentate. Il fatto però che mi si facesse obbligo di acquistare un certo numero di copie dell’antologia (dopo che già avevo pagato una quota di iscrizione solo per partecipare) mi aveva portato a sottovalutare il loro giudizio e quindi a non aderire alla proposta. Indubbiamente, devo invece ricredermi. Prendo atto.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Una risposta a “Copie del libro poetico pargol del cor ad Aldo Braibanti, autorevole poeta, e Annamaria Arlotta, impietosa censora”

  1. a me non sembra tu sia un poetucolo!

    che bello leggere di aldo braibanti.

    quanto mi ha appassionata la sua tormentata vicenda.

    buongiorno.

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