A Cerignale il confronto nella piazzetta dei Diritti e della Tolleranza ispirato da “Nelle fauci degl’Agnelli”: il Sol dell’Avvenire? Ridare valore alle piccole comunità dove il singolo non è un numero ma un soggetto degno di rispetto e di attenzione”.

Cerignale, Massimo Castelli – Sindaco – e Claudio Arzani – scrittore – a confronto in piazzetta dei Diritti e della Tolleranza.

Il libro di Claudio racconta dei fatti che, a partire dagli anni ’80, segnando la sconfitta del Sindacato operaista (quello della lotta dura, dello slogan “col padrone non si tratta”, ndr), consentono alla Fiat di avviare una politica di licenziamenti e contemporaneamente determinano la fine delle illusioni e delle conquiste della sinistra del decennio precedente, dell’attenzione prioritaria verso il mondo degli ultimi, fino alla globalizzazione. Attualmente tutto si riconduce al capitale, si perde il rapporto umano, il fondo pensioni del lavoratore non è altro che un investimento economico gestito dalla Borsa di New York e vada come vada. Un discorso che m’interessa perché noi dei piccoli Comuni della Montagna, noi siamo gli ultimi, siamo gli operai della fabbrica che non c’è più“. Così Massimo Castelli, Sindaco di Cerignale, piccolo Comune nell’Alta Val Trebbia al confine tra Liguria ed Emilia, 750 m. s.l.m., 122 residenti, un albergo ristorante dove servono tagliolini alle ortiche con sugo di funghi “perché, sostiene orgogliosamente Carlo servendoti, noi siamo genovesi” e a seguire i pini della signora Teresa, panetti tipici risultati dall’amalgama di farine, erbette, burro, sale e pepe, ricotta, pane grattato, formaggio grana o formaggio di pecora grattugiato, uova, noce moscata, e infine, per non scontentare nessuno, i ravioli con sugo di carne alla piacentina.

Cerignale, uno scorcio del pubblico presente al confronto ispirato da “Nelle fauci degl’Agnelli”” – Pontegobbo edizioni

Durante i mesi del bel tempo non sono pochi i turisti – e i figli dei contadini del tempo andato – che animano il paese, specie al sabato e alla domenica, ma già con l’arrivo del freddo di settembre “si sparano gli ultimi colpi di cannone“, afferma la signora Bruna che gestisce l’unico negozio del paese dove, in epoca di covid e post covid, si resta in coda all’esterno in attesa di entrare uno alla volta per acquistare prodotti alimentari ma nessuna illusione: si trovano prodotti che arrivano dalla pianura, inutile illudersi di trovare salumi fatti da contadini del posto: l’allevamento dei maiali non produce reddito adeguato e, alla fine, il duro lavoro della campagna non attira i giovani. “Siamo gli ultimi del nuovo secolo“, ha ribadito Castelli portando l’esempio dei problemi dell’energia e della comunicazione regolate dalle logiche del mercato: “se cade un fulmine a Milano la Tim interviene nel giro di poche ore, se cade qui servono telefonate a destra e sinistra e forse dopo due mesi la stessa Tim ripristina il servizio“. Allora che fare, quale il Sole dell’Avvenire nel quale possiamo sperare? La risposta del Sindaco di Cerignale a valere per la sua piccola realtà ma che può estendersi a tutte le situazioni sociali è chiara: “Difendersi nel meno, ridare valore alle comunità dove il singolo non è un numero ma un soggetto degno di rispetto e di attenzione” e questo, nel meno, nel piccolo, è più semplice, “luoghi dove tutti possono avere spazio, attenzione, dove nessuno muore nel condominio nella distrazione generale“. Purtroppo, a parere di Massimo, “certa sinistra sembra aver perso la connessione col sentire e col vivere reale del Paese e delle comunità marginali che, alla fine, ne costituiscono il punto di riferimento storico e naturale“.

Cerignale: il banchetto del libro di racconti e ricordi poetici in versi e in prosa

Purtroppo sembra mancare, in certa sinistra, una strategia capace di parlare al cuore del popolo, “se nelle periferie non ti riconoscono qualche domanda te la devi fare“. Certo, si ribatte, ma cosa fare, quali progetti, quali prospettive? “Occorre creare qualcosa che permette la crescita, che garantisca sviluppo, progresso, che migliori le condizioni di vita generali con il minor impatto possibile fermo restando che un impatto negativo (controllato) sulle cose è comunque inevitabile altrimenti avremmo solo immobilismo e quindi sostanzialmente regressione” e qui la stoccata per Lega Ambiente, unico dissenso rispetto alla centralina idroelettrica autonoma che fornisce energia per l’illuminazione pubblica e per l’utenza della comunità del cerignalesi: ogni intervento determina problemi, è inevitabile e questo vale sicuramente per la centralina ma non si può negarne l’importanza nel contesto del Piano di sviluppo rurale e questo rende alla fine positivo il bilancio tra effetti positivi dell’opera e gli inevitabili ‘costi’ ambientali. Un concetto e un metodo di scelta operativa che ha una valenza assolutamente generale.

L’illustrazione (di Edoardo Arzani) scelta a simbolo del confronto di Cerignale: “gli Agnelli erano lupi e gli operai… licenziati”

Necessario fare, nella logica del danno minore possibile ma anche della crescita massima raggiungibile e nel fare differenziare, partire dal presupposto che non possiamo mettere tutti sullo stesso piano, non ci sono le risorse per farlo. Bene, per citare un esempio, il bonus studio di 500 € per aiutare i giovani e le famiglie ma che senso ha garantirlo al figlio del medico affermato? Se per ogni scelta non distinguiamo in base al reddito delle famiglie, alle condizioni delle singole comunità, non avremo mai una reale giustizia sociale, l’equità che deve favorire gli ultimi altrimenti ogni scelta diventa un favore a chi già è privilegiato e, questa, non può essere una politica di sinistra“. Ridurre le tasse per tutti, certo, ma senza dimenticare che il cittadino di pianura paga in misura diversa rispetto all’abitante della montagna che, per andare al lavoro, acquista benzina che ha un costo tassato, acquista un abbonamento (il cui costo comprende tasse) per portare i figli a scuola, insomma il problema della tassazione indiretta che rende diseguali determinando di fatto privilegi a favore di chi subisce semplicemente la tassazione ‘ordinaria’, quella ‘di base’.

Cerignale – Panoramica – vista sul Monte Lesima

Favorire insomma i piccoli gruppi, tenere sempre in debito conto le specificità di ogni comunità e, a questo punto, il dibattito della serata si è allargato coinvolgendo i presenti, con temi ed interventi che hanno affrontato innanzitutto l’organizzazione sanitaria citando la scelta di sostituire le Unità Socio Sanitarie Locali costituendo Aziende troppo attente al risparmio economico (perseguito attraverso ‘tagli’) piuttosto che ai servizi resi come dimostra la debolezza, rilevata in occasione dell’attuale pandemia, dell’assistenza sociale e territoriale. Sulla quale dovremmo investire anziché illuderci di creare buona sanità semplicemente realizzando mastodonti di cemento come il teorizzato ospedale nuovo piacentino nel quale magari nella logica della riduzione dei costi avremo più posti letto ma meno personale presente e attrezzature inadeguate, superate dalla tecnica, obsolete. In questo senso giunge a fagiolo la notizia della mancanza di medici nel punto di Primo Soccorso di Farini dove troviamo infermieri 24 ore su 24 ma appunto nessun medico da mesi. Una delle tante contraddizioni della nostra società tesa nella rincorsa dell’utile di pochi padroni del vapore impegnati nel rimpolpare il loro conto in banca ignorando le conseguenze per la generalità delle persone derivanti dalle loro scelte. Così ad esempio sono intervenuto personalmente (come autore del libro punto di partenza del dibattito e del confronto) ricordando la notizia, apparsa nel nostro quotidiano locale, Libertà: Piacenza classificata al 307° posto in Europa tra i Comuni con l’aria che respiriamo più inquinata. Ricordo, dai tempi della mia attività in Fiat di cui al racconto in ‘Nelle fauci degl’Agnelli’, di come in quegli anni ’70 si era raggiunto l’obiettivo, dichiarato come indice di sviluppo e benessere, di un’auto presente in ogni famiglia.

Cerignale – L’unica bottega del paese appenninico

Nuovo obiettivo sempre dichiarato della dirigenza della fabbrica e dagli Agnelli per gli anni ’80 era un’auto per componente di ogni famiglia. Obiettivo che oggi possiamo ritenere praticamente raggiunto e infatti nella nostra Piacenza ogni strada è diventata tragica protagonista di incidenti quotidiani spesso mortali oltreché un enorme parcheggio e, proprio per i problemi di parcheggio addirittura si propende ad investire centinaia di milioni di euro in un mastodontico nuovo ospedale anziché porsi il problema, come già evidenziato, dell’insufficienza del personale, delle tecnologie a disposizione, dello sviluppo della medicina territoriale, della prevenzione per evitare l’insorgere della malattia o comunque per evitare appunto il ricovero in ospedale. Il tutto peraltro sacrificando spazi destinati all’agricoltura, alla coltivazione, al verde. Con il risultato di quel non certo meritorio e gratificante record dell’essere qualificati al 307° posto nella classifica dei Comuni europei con l’aria più inquinata. Una realtà che dovrebbe far paura e suscitare proteste, manifestazioni, contestazioni nei confronti dei padroni dei nostri destini che ci governano. Solo nella nostra realtà provinciale i Comuni sono 4, a livello italiano sono migliaia, a livello europeo non ho percezione del numero che deve essere comunque spaventosamente enorme. E noi siamo 307esimi! In che stato sono i nostri polmoni? ‘Nelle fauci degli Agnelli‘ non cita la situazione e quella graduatoria resa pubblica solo successivamente alla pubblicazione del libro ma lancia uno spunto, uno stimolo per la riflessione con la poesia finale che appunto racconta in versi la storia de “La più bella pianta della foresta“. In pratica, per intenderci, meno auto, meno gas di scarico, meno traffico e più piante da difendere che ci garantiscono ossigeno, salute, futuro. Perché dove c’è salute c’è sviluppo per tutti e dove c’è sviluppo c’è ricchezza in equa misura per tutti. Questo uno dei tanti messaggi per la sinistra, per lo sviluppo di una strategia ed una proposta che possa risultare unificante, coinvolgente, determinare partecipazione e di conseguenza far sperare in una nuova alba, nel sogno di veder sorgere il Sol dell’Avvenire in una logica di attenzione alle singole comunità, partendo prioritariamente da quelle degli umili e degli esclusi. Il confronto ancora é proseguito parlando di una burocrazia (non necessariamente del settore pubblico) che spesso mostra disattenzione e indifferenza rispetto ai bisogni dei cittadini che, per difetto di comunicazione, hanno spesso la sensazione di muovere in un groviglio di competenze e di indifferenze rispetto agli effettivi bisogni dei singoli. Infine (considerando anche il calo della temperatura nella stupenda e panoramica piazzetta dei Diritti e della Tolleranza che ci ha ospitati) la conclusione del dibattito ispirato da ‘Nelle fauci degl’Agnelli’ (Pontegobbo edizioni) con questa speranza ed una riflessione finale da parte di Massimo, Sindaco del piccolo paese appenninico ospitante: “i nostri parlamentari hanno votato per la riduzione degli eletti alla Camera e al Senato ma, in questo modo, si è ottenuta la diminuzione della rappresentanza dei territori. Allora, perché non proviamo a ridisegnare i collegi elettorali, magari pensando non solo ai grandi centri urbani ma anche a collegi rappresentativi delle comunità minori altrimenti escluse. Un esempio? Un collegio di crinale che garantisca rappresentanza alle popolazioni dell’appennino, da Reggio Emilia a Piacenza!”.

Cerignale – Scorcio del suggestivo paese d’altri tempi

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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