Appuntamento a Cerignale, 750 metri sul livello del mare, alta Val Trebbia, si fa un salto e si vola nel blu del cielo dipinto di blu

Ed eccoci, ieri, mercoledì, al consueto incontro annuale con un paese, Cerignale, 750 metri sul livello del mare, alta Val Trebbia, in pieno appennino piacentino, a pochi chilometri dal confine con la Liguria. Appuntamento annuale per, le gambe sotto al tavolo, gustare la cucina del Ristorante Albergo del Pino.

Regno di Massimo Castelli, Sindaco piddino in lotta continua per la sopravvivenza dei piccoli paesi della montagna e qui i risultati del suo impegno sono ben visibili: la tortuosa strada tutta in salita per arrivare ben asfaltata e, nelle frazioni che s’incontrano lo splendido cartello “procedere con prudenza, qui i bambini spesso giocano sulla strada“; la ‘palta’ con tutti i prodotti alimentari che ha riaperto con la signora Barbara che ti accoglie e, all’esterno, la bacheca con libri a disposizione di chi vuole sedersi al tavolaccio godendo dell’aria pulita e magari un buon bicchiere di vino; il ristorante albergo del Pino regno della signora Teresa, novantanni ormai suonati che tuttavia continua a dominare la cucina e, garantito, all’ospite non resta che iniziare a leccarsi i baffi.

L’attesa può essere lunga: con Dalila siamo arrivati, dicevo, in un tranquillo mercoledì, evitando accuratamente il sabato e la domenica, senza dimenticare di telefonare e prenotare, certi d’essere poco più di quattro gatti (oltre al cane, il nostro Akira). Idea indubbiamente condivisa da almeno altri cinquanta tanto che tutti i tavoli sono occupati e naturalmente i tempi s’allungano. Ma il risultato finale ne vale davvero la pena: provare per credere. Ecco, dopo la non facile decisione di ‘saltare’ i salumi d’antipasto, i primi: i pini, i tagliolini al sugo di funghi, proseguendo con il cinghiale in umido, le costine con contorno la fagiolassa. Per infine, sazi, concludere con il latte fritto (impareggiabile dolce) e il caffè finale.

Un luogo di pace, di serenità, un luogo adatto a conciliare i problemi del vivere quotidiano e, questo, è sicuramente un momento epocale, per quanto ci riguarda: queste sono le ultime ferie estive prima del passaggio al pensionamento. Sarà il 1° maggio 2020, giorno della festa dei lavoratori (di fatto un simbolo), il mio ultimo giorno di lavoro e Cerignale è un ottimo luogo per iniziare la ‘volata finale’, con tutti i dubbi e le perplessità che un cambiamento di vita del genere porta con sè. La fine di un lungo cammino che, tra poco più di otto mesi (crisi del governo permettendo), sarà durato 43 anni e 2 mesi.

La vetta del monte Lesima, 1724 metri, vista da Cerignale

E alla fine, che faremo? Ce lo chiediamo tra una portata e l’altra non senza, alla fine del pranzo, dover sopportare il sermone del solito amico di Salvini preoccupato perché, a suo dire, i soliti giochi di poltrone rischiano di mandare a casa ‘il buon Capitano‘, quello che vorrebbe pieni poteri e invece per ora ha solo preso ceffoni da quel Conte che, per almeno un giorno anche se tardivo e fuori tempo massimo, ha scoperto di saper essere un vero Presidente del Consiglio. E intorno tutti a tacere, salvo un paio di intellettuali (generosamente presunti tali in assenza di adeguato curriculum vitae) a dargli corda e tutti gli altri zitti, forse pensando con un sorriso sornione “intanto macché pieni poteri, intanto ve n’andate a casa pive nel sacco“.

Dunque, si diceva, che faremo? Potrebbe essere qui, il nostro buen retiro, il luogo dove leggere libri, dedicarsi a lunghe passeggiate nel verde, seguire da lontano le vicende di un mondo al quale abbiamo regalato i migliori anni della nostra vita? Chissà, chi vivrà vedrà: abbiamo otto mesi, crisi di governo permettendo, per riflettere e pensare ma certo ben consapevoli che qui, a Cerignale, si tocca veramente il cielo con un dito ed è come volare nel blu dipinto di blu, felici di stare quassù. Per cui, comunque sarà il futuro, arivederci al prossimo anno.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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