Come fu e come non fu, andò a finire che correvano tutti. Praticamente non camminava quasi più nessuno.
“È il momento di farci sentire!” tuonò il rappresentante dei passi che nel frattempo, preoccupati per il loro destino, si erano riuniti in assemblea permanente.
“Se andiamo avanti così, di questo passo appunto, verremo dimenticati” poi aggiunse, “serve qualcosa di forte!”
“E cosa possiamo fare?” domandarono tutti gli altri passi.
“Proclamiamo lo sciopero e andiamoci a nascondere.”
Tutti i passi aderirono allo sciopero e, un passo alla volta, sparirono dalla circolazione.
A quel punto nessuno riuscì più a rallentare. Fare un passo alla volta diventò impossibile: potevi star fermo oppure correre velocissimo. Non c’erano vie di mezzo. Non si potevano fare i passi più lunghi della gamba e neanche i passi a due. Si poteva andare solo di corsa. E basta.
“Ma così ci perdiamo un sacco di cose belle,” fece notare il rappresentante degli umani, correndo da una parte all’altra, “abbiamo imparato la lezione.”
A quel punto tutti i passi tornarono sui loro passi e un passo alla volta, le cose belle finirono per essere notate, apprezzate e vissute nuovamente da tutti. Piano piano.