Vattene bella, vattene a dormire:
il letto ti sia fatto di viole:
al capezzale ti possa venire
dodici stelle, e tre raggi di sole.
E ti possa venir la luna in fronte:
ricordati di me, figlia d’un conte.
E ti possa venire la luna in capo.
Ricordati di me, giglio incarnato.
E ti possa venir la stella a piedi;
ricordati di me quando ti levi.
Pubblicato da arzyncampo
14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.
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Bellissimi versi. Mi piacerebbe conoscere, se esiste, la versione musicata.
Ciao!
Bellissima davvero questa poesia.
Ti ringrazio del commento è stato un piacere leggere che anche tu ti sei portato a casa un peluche, da meno da fare …
Ciao
Delicata poesia popolare ottocentesca e cromaticamente e fiigurativamente delicato il quadro che abbini
puah!!
feroce, il tuo commento, utente anonimo. anzi, semplicemente “ingeneroso”
littelebook: la versione musicata? mi ricorda “io ho in mente te”, equipe84: credo che l’abbinamento tra versi ottocenteschi e musica anni sessanta sia perfetto
lucy: si, decisamente il peluche di san bernardo è mooolto meno impegnativo di un cagnone vero di quella stazza
patrizius: condivido il ocmmento positivo al delicato quadro che, dopo lunga ricerca, ho trovato e giudicato adeguato all’abbinamento. E’ stata una piacevole scoperta.