John William Waterhouse (Roma, 6 aprile 1849 – Londra, 10 febbraio 1917) è stato un pittore britannico, appartenente alla corrente preraffaellita.
Viene considerato un “Preraffaellita moderno”, in quanto i suoi lavori risalgono a qualche decennio dopo lo scioglimento della confraternita dei Preraffaelliti. La sua pittura infatti subisce da una parte la loro influenza stilistica, e dall’altra quella degli impressionisti suoi contemporanei. I suoi dipinti sono prevalentemente a soggetto mitologico o arturiano.
Una nota curiosa appare nell’ evocativa opera “Ulisse e le sirene”, che Waterhouse dipinge nel 1891, dove le sirene sono presentate come uccelli e non come ibridi di donna e di pesce.
Per comprendere la scelta artistica di Waterhouse occorre partire dalla mitologia classica.
Le sirene erano, secondo il mito, figlie del dio fiume Achelaoo e di una delle muse (Mnemosine, Tersicore o Calliope) e vivevano sull’Isola di Antemoessa , non distante dallo stretto di Scilla e Cariddi (dove giunge Ulisse nel libro XII dell’Odissea).
Cantavano soavemente ai naviganti profezie relative al regno dell’Ade e la loro isola era bianca delle ossa spolpate dei marinai uccisi.
La loro figura era legata a Persefone poiché erano sue antiche compagne di giochi e quando Ade rapì la regina esse furono trasformate in uccelli, per aver assistito inerti a questo ratto.
Il britannico Waterhouse si dimostra conoscitore di tradizioni artistiche che si rifanno anche all’archeologia classica quando pone la sua attenzione sulla raffigurazione delle sirene in rapporto all’Odissea.
L’artista rimarca con quest’opera l’immaginario di matrice classica che voleva queste donne con un corpo alato.
La prima descrizione delle Sirene con coda di pesce si trova infatti solo nel successivo “Liber Monstrorum de diversis generibus” scritto nell’Inghilterra anglosassone nell’alto Medioevo (VIII secolo circa): “Le sirene sono fanciulle marine che ingannano i naviganti con il loro bellissimo aspetto ed allettandoli col canto; e dal capo fino all’ombelico hanno corpo di vergine e sono in tutto simili alla specie umana; ma hanno squamose code di pesce che celano sempre nei gorghi.”