Per a chi capita di passar da Verona, fino al 25 febbraio ecco un’ottima occasione per un incontro con l’arte. Apparentemente una mostra minore, con soli nove dipinti e appunto tanti disegni, sessantotto per l’esattezza ma, per un amante della pittura dell’epoca una vera manna. Insomma, una visita irrinunciabile, una mostra da non perdere.
Appuntamento nella suggestiva cornice di Castelvecchio, sede del Museo civico. 29 stanze e un percorso estremamente suggestivo (avremo modo di parlarne) che porta ad ammirare diversi settori dedicati alla scultura, alla pittura italiana e straniera, alle armi antiche, alle ceramiche, oreficerie, miniature e per concludere alle antiche campane cittadine.
Il visitatore può trovarsi di fronte ad un dilemma: scegliere la visita esclusivamente della mostra collocata nella ventinovesima stanza museale (subito a destra della biglietteria) oppure arrivare alla mèta solo dopo un lungo cammino immersi nell’arte tardo medioevale, pre e rinascimentale? Il prezzo del biglieto non cambia, comunque 6 euro.
Certo l’arte del rinascimento può lasciare, dopo qualche sala, un pò esausti, stanchi di quella che rischia di diventare una leggera monotonia di soggetto: ma davvero non esisteva altro che l’opportunità di dipingere Madonne col bambino? Eppur ne vale la pena e sarebbe un grosso peccato negarsi il piacere del pur lungo percorso per arrivare all’ultima sala, quella appunto della mostra desiderata ma del motivo profondo avremo modo di motivare in prossima occasione.
Ma arrivati alla fine alla 29^ stanza ecco l’Ottocento che pone al centro dell’interesse e della rappresentazione artistica la figura umana con le sue emozioni, i suoi costumi, le abitudini di vita. Scene di ordinaria vita quotidiana, testimonianze storiche e artistiche di un’epoca attraversata da grandi passioni a partire, per quanto ci riguarda, dalle vicende Risorgimentali e coloniali (ricordiamo l’Abissinia).
Si ammirano opere di Morelli, Segantini, Mosè BIanchi, De Nittis e di molti veronesi. Insomma, un’occasione per approfondire il ruolo del disegno all’epoca: ‘semplice’ schizzo per fissare un’idea, studio di un particolare, opera d’arte compiuta. Il tutto attraverso il ‘fermo immagine’ di un paesaggio, di una scena di storia e di genere, di un ritratto, fino all’autoritratto.
Con un ricordo particolare: le opere proposte in questo post sono tratte da siti internet o autoprodotte dal catalogo. Tranne l’ultima, ‘rubata’ con destrezza, esposta in un angolo nascosto alla vista della vigilantes. Che tuttavia era più sveglia di quanto creduto e il suo pervenir alle spalle ribadendo il divieto ha prodotto lo spavento e l’opera ‘mossa’ che potete vedere. Insomma, nulla da fare: per ben ammirarla occorre affrontare il viaggio in quel di Verona, a Castelvecchio. Ne val la pena. Bon voyage.