Del museo napoleonico in Roma sapevo nulla fin quando, la sera prima nella stanza d’albergo, cercando in internet il tracciato per arrivare al Chiostro del Bramante, ecco la scoperta che il bus utile ferma proprio a pochi passi da piazza di Ponte Umberto I, appunto la sede del museo. Diversi i motivi di curiosità e di stupore. Intanto di fronte all’incisione di Alexandre Vincent Sixdeniers che ritrae il Bonaparte imperatore in tranquilla lettura con la figlioletta dormiente. Alla fine della visita, acquistando la Guida realizzata dalla municipalità, con grande sorpresa leggo che l’opera ha titolo “Napoleone I nel suo studio con il figlio“! Parbleu, ma come conciavano i loro figli maschi i francesi? Quel figlio con quei boccoli sembra paro paro quella figlia che il Bonaparte universalmente noto non ha mai avuto nè dalla prima moglie, Giuseppina vedova Beauharnais, nè dalla seconda, Maria Luisa d’Austria. Quel figlio così effemminato in realtà è l’unico figlio del grande condottiero e imperatore: Napoleone Francesco Carlo Giuseppe, nato nel 1811, morto nel 1832, Re di Roma, principe di Parma, duca di Reichstadt.
Ma le sorprese non sono certo finite: intanto la visita è stata un’ottima occasione per misurare il livello della mia grassa ignoranza sulle vicende del più noto francese del mondo intero (forse Asterix ed Obelix esclusi ma quelli, a ben vedere, eran Galli, non ancora figli di Francia). Intanto: ho preso atto che al tempo non esisteva televisione (questo lo sapevo) e dunque si poneva il problema di come passare la sera e la notte intera. Forse con qualche ‘buco’ anche di giorno. Così il capostipite della famiglia bonapartiana, Carlo, ha avuto un’idea meravigliosa ed ha ben impiegato il tempo suo e della consorte Letizia Ramolino tra le lenzuola di casa.
Certo che, vista ormai giunta alla nonnitudine come nell’acquerello realizzato dalla nipote Carlotta, risulta difficile intuirne l’attrazione tanto da far pensare che il Carletto optasse per la soluzione post candela spenta. Comunque sia sta di fatto che la coppia s’è data da fare e la Letizia ha invaso il mondo con ben cinque piccoli napoleoncini e tre napoleoncine. E tutti/tutte o quasi si son dati e date da fare per occupare produttivamente le ore che altri dedicavano al sonno. Se l’imperatore contribuisce alla nonnitudine del Carletto e della Letizia con un solo nipotino, complessivamente arriviamo a 23 tra bonapartini e bonapartine. Tutti e tutte da collocare e, alla fine, tutti e tutte ottimamente collocati su diverse ricche poltrone della nostra beneamata Europa ovvero andate spose a nobili di gran rango.
Insomma, una visita utilissima per superare la mia già detta grassa ignoranza e soprattutto per capire la motivazione del tanto agitarsi e del tanto conquistare del Napoleone soprannominato ‘Napo il pugnace‘: con tutti quei cuginetti da piazzare e da accasare doveva appunto darsi da fare. Purtroppo, per malasorte, pare che anche a lui qualcuno, forse quando Napo era di passaggio a Firenze e, si mormora, stesse dando un’occhiata alla pianta organica di tal Banca Etruria, quel messer qualcuno gli abbia detto “vai e stai sereno” indirizzandolo sulla via per Waterloo.