“La verità della suora storta”, romanzo di Andrea Vitali, Garzanti editore

Arriva l’estate ed è immancabile l’appuntamento ‘leggero’ con Andrea Vitali e la sua inesauribile fonte narrativa. Stavolta si racconta del Sisto Santo, figlio di N.N., già provetto apprendista meccanico nell’officina dello Scatòn che però, dopo la morte di quest’ultimo, ha preferito acquistare un Millenove trasformandosi in tassista. Aspetta i clienti alla stazione ferroviaria di Bellano. Pochi, che vanno in visita all’ospedale o su al cimitero. La storia parte da quella donna arrivata dopopranzo, poco prima che dalla radiolina che il Sisto tiene in macchina partisse la sigla di Tutto il calcio minuto per minuto, invero a scudetto già assegnato (al Cagliari di Gigi Riva). Chiede di essere portata al cimitero ma, una volta arrivati, il Sisto si accorge che la donna è morta. Proprio lì, sul sedile posteriore del Millenove, macchiandolo pure di urina. Un guaio mica da ridere. Da tirare in ballo il maresciallo Riversi. Anche perché la donna è senza borsetta e non si riesce a capire chi sia, né chi stesse cercando al cimitero di Bellano in quel pomeriggio di fine aprile.

Con la consueta grazia e ironia Vitali imbastisce una nuova storia dall’intreccio imprevedibile e commovente e dal finale assolutamente inatteso per quanto al Sisto, la cui vicenda di vita si intreccerà in modo del tutto inatteso con le vicende della ‘suora storta’, ormai anziana ospite di quello che possiamo definire ospizio per religiose, unica a riconoscere la donna morta immortalata in una vecchia fotografia dei tempi giovanili, con lei e un allora giovanissimo figlio del notaio del paese, quando la vocazione e la chiamata erano ancora da venire. Senza tralasciare quel pizzico boccaccesco che mai manca nelle storie della Bellano resa famosa dallo scrittore, ed ecco dunque il Sisto, con gli amici un pò scapestati, Saila e Manina, sulla strada per arrivare all’autogrill che, come raccontano i camionisti, “è pieno di figa“. Perché, sembra la morale, comunque vada nella vita, su quel che conta, per gli uomini, non ci son dubbi.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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