Una violenza sconosciuta
battè alla nostra porta
e mio padre vide balenare
la minaccia di una baionetta
puntata.
Soldati mongoli
frugarono la nostra casa,
portarono via le nostre biciclette
ci impietriva l’atavica paura
del nemico.
Stanche aquile germaniche
mendicarono abiti borghesi
si presero carri e animali e l’ombra
del portone e delle stalle furono
tappe di fuga verso nord, faticose,
ogni ponte distrutto.
L’Apocalisse disegnava all’orizzonte
un profilo di disfatta, nei cuori
l’amarezza di una guerra che tutti
avevamo perduto.
L’imminenza degli alleati,
la calata dei partigiani dalle colline
scoppiò col fragore d’una cannonata:
la lupa, spezzò nervosamente
la sua romanità