L’uomo era davanti al Pc e batteva veloce sui tasti, quando improvvisamente il cellulare, appoggiato sulla scrivania, incominciò a vibrare. Numero sconosciuto. L’indecisione durò un attimo, quindi decise di rispondere. <<Pronto?>> <<Bruno ti disturbo?>> <<Kos…>> <<No, niente nomi, il tuo cellulare potrebbe essere intercettato>> <<Ok, dimmi tutto>> <<Stamani un uomo è stato fermato in città dai Gis mentre trascinava un trolley sospetto. All’interno, oltre agli effetti personali è stato trovato un plico con dentro un foglio che ti riguarda e indirettamente anche me. Te lo mando via fax. A presto Bruno>> <<Ciao a presto>>
Nel frattempo Bruno ricevette il fax, ed incuriosito si mise a leggere …
Considerazioni su “Il testamento del greco”
Morchio ha un pregio raro, che purtroppo non è così scontato trovare in altri autori. Le sue storie si dipanano chiaramente e alle sue trame coinvolgenti e accattivanti abbina una scrittura semplice e di facile apprendimento. Il lettore ne guadagna notevolmente in godibilità. I tratteggi psicologici sono particolarmente curati. Nel romanzo c’è il passato che ritorna e condiziona il presente, e la storia è tessuta su una trama attuale e reale. Io, come nelle storie di Bacci, ci vedo un pretesto per parlare di Genova e della conservazione della storia della città. Non a caso Morchio non nasconde l’avversione per l’oblio che “corrompe il senso della vita stessa”.
Un bel romanzo con un finale scoppiettante di colpi di scena che fino all’ultimo disorientano il lettore. E adesso aspetto Bacci. Il mitico Bacci.