Passati sono gli anni
ed è ormai da tanto tempo
che quel suono non sento.
Ero infatti ancor bambino
quando andava per le vie del paese
due braccia che spingevano
una mano a girar la manovella
e così il pianino strimpellava
in cambio della carità di chi ascoltava.
Erano trilli gioiosi
raffiche di note
roba da poco, certamente,
ma che ancora avrei voglia
di sentire, una volta sola,
per ritornare brevemente
a una gioventù fatta
di corse spensierate,
di ceci lessi e di castagne arrosto,
del suono d’un pianino
sulle cui note correvo con la mente
verso spazi sconfinati
piccoli passatempi a buon mercato
che tanto negli anni successivi
avrei desiderato
e di cui poi purtroppo
mi son dimenticato.