Terzo Millennio, Earth, 2085 d.c. (poesie da un altro altrove 1975-76 [3])

Colori soffusi bui ed opachi,

contorni incerti visti a malapena.

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Esplosione di luce, abbaglio improvviso.

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Colori soffusi bui ed opachi,

aria pesante, caldo e sudore,

avanzare ciechi nel buio

urtando, scavalcando, urlando, gemendo, tacendo.

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Oggetti nascosti trovati per caso,

vecchi cimeli coperti di polvere.

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Voci sommesse sull’onda dell’etere,

muti testimoni di grandi vestigia:

tombe vecchie di mille anni,

spettrale silenzio secolare.

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Lunghe lingue di fuoco vermiglie,

esplosione di luce, abbaglio improvviso,

polvere leggera che scende a terra

e    ancora        silenzio

e    ancora        desolazione

e    ancora        solitudine

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Colori soffusi bui ed opachi,

silenzi immortali, immobilità secolare,

tempo senza fine.

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[ www.claudiopipitone.it/images/lampo.GIF ]

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Terza composizione del ciclo “poesie da un altro altrove (1975-76)”, personalmente l’ho sempre trovata straordinaria. Se non ricordo male nel 1999 è stata una delle due inviate ad un concorso della biblioteca di Lodi Vecchio. Naturalmente ad essere premiata fu l’altra all’insegna del fatto che il peggior giudice delle proprie opere è l’autore e che il parere sacro ed inviolabile è quello del lettore.

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Dopo “la fontana dei sogni” e il trittico “promemoria ovunque si combatta” l’umanità ha dunque distrutto se stessa, la bomba finale è esplosa lasciando macerie ovunque. Nei cieli della Terra ormai deserta arriva dallo spazio profondo un’astronave ma la ricerca di vita risulta vana: resta solo polvere, antichi cimeli, tombe vecchie di mille anni.

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L’astronave riparte lasciando alle spalle il silenzio che trionfa.

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Pubblicata nel 2004 (sostanzialmente l’anno della mia scoperta del web) in diversi siti letterari (scrivi.com, ozblogoz.it) naturalmente ha avuto un posto d’onore nelle pagine della mia prima raccolta poetica, “E’ severamente proibito servirsi della toilette durante le fermate in stazione” (Vicolo del Pavone, Piacenza, 2005).

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Per l’esattezza conclude la raccolta ed in particolare la sezione dedicata alla negazione della guerra e all’invocazione di pace e amore.

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La raccolta conclude, dicevo, con la poesia riportando contemporaneamente a pié pagina le parole di un amico del web che, nonostante tra noi siano insorte incomprensioni, continuo a stimare come amico e come scrittore:

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“è quella, tra le tue, che più mi è piaciuta, sono tanti flash scattati a ripetizione. Mi sembra di cogliere, a questo punto, una tua ossessione per una distruzione planetaria”, commento in ozblogoz.it di Fabrizio Bianchini, scrittore di Tolentino (Mc) che mi definisce “poeta dell’Apocalisse” o, in alternativa, “Mick Jagger della poesia”, cose per le quali non posso che umilmente e sentitamente ringraziare.

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Infine, sempre a pié pagina nella mia prima e finora unica raccolta personale, sempre per sottolineare il legame affettivo che mi lega a “Terzo millennio”, la dedica alla madre dei miei figli e compagna degli ultimi passati 23 anni della mia vita, quella stessa che per prima non ha mai amato i miei scritti ma mi ha sempre esortato ed insegnato ad essere, nello scrivere, comunque me stesso, a maturare uno stile mio e così, grazie a lei, ho scritto e pubblicato [ naturalmente badando che lei leggesse le mie opere solo dopo la pubblicazione, quando ormai ogni giudizio era superfluo ed ininfluente ]:

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A chiosar il tutto, infine al concludere della fiera, la parola a Dalila,sventurata e tollerante compagna della mia vita di dirompenti fantasie e voli nei cieli azzurri dell’umana sognitudine: “colori soffusi bui ed opachi? Contorni visti a malapena? Abbagli? Avanzare ciechi nel buio?” … “hai perso gli occhiali un’altra volta!!!”.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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