“Coincidenze: tra storia e psicanalisi”, intervento di Carmelo Sciascia, filosofo

Strano, ma vero: le coincidenze non vengono mai da sole. Ad una prima, se ne aggiunge subito un’altra. Leggevo Croce mentre facevo un viaggio, quest’estate. Secondo Croce la storia è la massima espressione dello Spirito, secondo il suo idealismo tutta la realtà può essere concepita come spirito e quindi la storia dell’umanità come storia dello Spirito. Riflettevo come la storia potesse essere la migliore compagna di viaggio per comprendere terre lontane dalle nostre. Questo ragionamento è stata la prima coincidenza che mi ha portato a trovarmi immerso in un’altra coincidenza, a percorrere un viaggio storico di una nobile regnante del nostro Rinascimento. Penso che tutto ciò possa capirsi meglio se descrivo una parte del mio girovagare estivo. Da Riga in pullman a Vilnius. Curiosità: nel biglietto di viaggio vi è incluso il taxi che dalla stazione dei pullman porta in albergo, comoda accoppiata per il turista e non da meno, con buon riscontro economico. A Vilnius si visita, come in ogni città, il visitabile: chiese, monumenti, palazzi. Tra questi non poteva mancare la visita al Palazzo dell’Arciduca di Lituania. Opera meravigliosamente restaurata e visitabile con qualche euro. Il costo risulta essere inversamente proporzionale alle meraviglie esposte. È il Palazzo che è stato abitato dalla nobile lombarda ed aragonese insieme, Bona Sforza in veste di granduchessa consorte nella prima metà del ‘500. Bona Sforza era nipote di Ludovico il Moro che probabilmente aveva avvelenato il padre (suo fratello) Gian Galeazzo Sforza per prendere il titolo di Duca di Milano. Cresciuta ed educata a Napoli, la madre era Isabella D’Aragona, Bona sposa il re di Polonia Sigismondo I. Premessa alla citata prima coincidenza: avevo conosciuto Bona Sforza nello stesso periodo, l’anno precedente, a Milano, a seguito di una mostra al Castello Sforzesco titolata: “I legami storici tra Milano e la Lituania: Bona Sforza e il Palazzo dei Granduchi di Lituania”. L’anno dopo, partendo dallo stesso luogo Milano, in via del tutto casuale, la rincontro a Vilnius, in un palazzo dove Bona Sforza ha regnato quale granduchessa, titolo che le spettava quale regina di Polonia. Ricordata tra le altre iniziative politiche e diplomatiche per essere riuscita a dare alla Lituania l’accesso al mar Baltico, ed avere fatto costruire il Palazzo reale nel castello basso di Vilnius. La costruzione di Palazzi fu un dato comune alle donne di potere del cinquecento, nello stesso secolo la nostra Margherita d’Austria (moglie di Ottavio Farnese, duca di Piacenza e Parma) marcava i propri possedimenti con i suoi Palazzi Madama, ad iniziare dal nostro Palazzo Farnese fino all’ultimo palazzo di Ortona. E fu proprio dal padre di Margherita, l’Imperatore Carlo V che Bona si fece riconoscere il diritto illimitato sui suoi feudi. Legava la Lombardia di allora alla Lituania, la via dell’ambra, come legava queste regioni lontane il modus operandi della politica: intrighi, matrimoni di Stato, avvelenamenti, di cui la stessa Bona, si dice essere stata artefice e vittima! Di ritorno dai paesi baltici e da Vilnius, proseguo il mio viaggio senza meta di una precisa città, verso il nostro Mezzogiorno. Mi fermo a Bari, giusto per salutare un amico, e nuova – la terza – coincidenza mi porta ad incontrare la nostra arciduchessa Bona. Come mai la ritrovo a Bari? Questa la nemesi storica. Bona viene estromessa dalla Polonia dal figlio Sigismondo II Augusto. A lui è andato il merito di avere attuato profonde riforme nel funzionamento del regno, mentre in realtà le stesse riforme erano state volute e preparate dalla madre. Nel 1548 viene estromessa dal potere ritorna nelle terre ereditate da Isabella d’Aragona, sua madre, cui Carlo V ne aveva riconosciuto il diritto. Abita nel maestoso castello di Bari prospiciente il mare, che visito come dovessi incontrarla. Bona nata a Vigevano nel 1494 muore a Bari nel 1557, dopo essere stata una protagonista della storia europea della prima metà del 500. Ed io senza predeterminazione alcuna me la ritrovo – quarta coincidenza – visitando la Basilica di San Nicola, nel maestoso mausoleo dell’abside centrale. Saranno gli eventi finora descritti, lontani nel tempo e nello spazio, ma sicuramente sono collegati tra loro. Sarà allora una semplice coincidenza storica o una teorica dimostrazione del principio di sincronicità come teorizzata da Carl Gustav Jung?

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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