Saluto all’immagine d’accompagno ad Arzyncampo, la chiesa di San Lorenzo a Cerignale

Finise settembre ed ecco l’immagine (di copertina) che se ne va, ci abbandona, esaurito il suo tempo. Merita però un saluto affettuoso perché ha rappresentato l’estate. Cerignale, il secondo paese meno popolato della Regione Emilia dopo Zerba, entrambi tra i monti dell’Appennino piacentino, a pochi chilometri l’uno dall’altro ed entrambi a pochi kilometri dalla vicina Liguria. Difficile vivere lontano dalla società dei consumi, ritornare alle fatiche dell’agricoltura, dell’allevamento animale, dei pascoli, dei prodotti dei boschi. Certo qui tutto ha colori e soprattutto sapori diversi. Cespi di insalata, rossi pomodori, zucche, carote, uova, carni selvatiche. Nulla a che vedere con quanto troviamo sui banchi dei supermercati o sulle bancherelle dei mercati cittadini. Per tacere dell’aria, dell’ossigeno che tantissime piante sanno ‘elargire’ con generosità. Eppure i più se ne vanno. Muoiono gli anziani e i giovani sono già altrove, i figli in città o nei paesi della pianura, i nipoti negli States Hudson, Baltimora, Tuxon, oppure ad aprire ristoranti oltre Manica. Lungo la strada, quella statale 45 che ti porta a Zena, superato Bobbio e poi Marsaglia, non è raro imbattersi in case abbandonate che stanno proprio lì, sul ciglio. Case cantoniere, case di un passato contadino, case sulle quale ancora svetta la scritta ‘trattoria’ o una vecchia tabella arrugginita ‘Sali e Tabacchi’, capanni per attrezzi a disposizione di cantonieri in pensione da anni non sostituiti con una manutenzione conseguente, un tanto al kilometro ed erbacce trionfanti. Vetri delle finestre rotti, tapparelle serrate con pezzi mancanti, porte in legno chiuse e malridotte, pareti scrostate, erba imperante, qualche tetto già crollato e può capitare di ammirare una famiglia di cinghiali in transito, lucertole a godere del sole e serpentelli in attesa d’arrotamento. Fa tristezza, questa strada tra il monte da un lato e il dirupo dall’altro, il fiume a un centinaio di metri laggiù in fondo. Ma quando siamo arrivati, in una bella giornata di sole, a Cerignale per visitare una mostra organizzata in una stalla restaurata (leggi qui la cronaca), la tristezza è sparita. Tanti villeggianti nelle case ristrutturate e nelle stradine oppure seduti su panchine a disposizione, un albergo, fiori, fontane, un terrazzamento dal quale ammiri campi lavorati, balle di paglia, pascolo, verde, verde, tantissimo verde.  Pace e silenzio rotto solo dalle voci della gente. E da quel trattore in una vigna non troppo distante. Una vera e propria realtà da sogno anche se … temo ormai di essere contaminato, sono ormai troppo vecchio per pensare di abbandonare l’aria pesante della pianura, il caos assordante del traffico, lo stress, l’ansia, a tutto quello cui sono ormai purtroppo assuefatto. Purtroppo Cerignale non sarà la mia residenza permanente ma il ritorno, in questa splendida valle, sarà certo. Per un pranzo all’Albergo del Pino, per un saluto al Sindaco, per bere un bicchiere alla Fonte della Pace. Saluto così l’immagine della chiesa di San Lorenzo, simbolo imperante in testata ad ‘Arzyncampo’ in questo mese di settembre a rappresentare questa estate che ormai ha attaccato il sole e il caldo al chiodo. Alla prossima bella stagione, magari già a Primavera..  

 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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