Raccontare, raccontare per essere ricordati, questo è stato il proposito di tanti, così è capitato anche al nostro Piero Derba.
Lui che andava in giro per il suo paese con una borsa capiente di tutti i suoi ricordi trasformati in documenti da mostrare e che oggi sono stati trasferiti in un libro tutto dedicato.
Era il suo sogno, il grande rammarico di non farcela ad avere una pubblicazione che riportasse la sua vita specie quella militare.
Purtroppo, se ne è andato prima, ma io sono convinto che oggi 24 settembre si sta godendo la giornata che gli viene dedicata con la presentazione del suo libro seppure postumo.
Raccontare per essere raccontati, dicevo, che è insito ad altri borgonovesi uno su tutti il nostro dr. Cassinelli che ogni anno ci propone un suo scritto, sempre dedicato a quello che alla fine definisce “….il paese più bello del mondo” e cioè la sua Borgonovo.
Anche Piero è legatissimo al suo paese, il ricordo quando va via è sempre a Borgonovo, con la speranza non recondita di farvi ritorno il prima possibile.
Perché il paese d’origine è quella che i tedeschi chiamano la loro Heimat, il loro nido, dove si vive, si cresce e ci si forma una famiglia.
Quella famiglia che avvolse ed amò tantissimo Piero, che però non la sente completa per la lontananza del padre emigrato in Argentina per trovar fortuna e mai più ritornato.
Allora insorge la rimembranza, il ricordo lontano e la tristezza che avvolge la sua personalità, allora di contraltare per far fronte a questa famiglia monca, forma la sua famiglia quella con la sig.ra Anna Lucia e con la nascita di quattro figli.
La famiglia che diventa un tutt’uno, tanto che tutti i suoi componenti ( non solo io e Arzani) hanno partecipato e collaborato all’uscita di questo libro, tanto da essere il più completo possibile senza dimenticare nulla.
Perché se un ricordo deve essere, questo deve comprendere tutti gli elementi del ricordo stesso.
Il libro è una biografia ed una autobiografia, perché si è voluto far parlare molto Piero, con gli inserti di carattere storico che compendiano tutta l’opera.
Una metodologia che non esclude il personaggio, ma lo rende partecipe fino in fondo, anche per evitare fastidiose omissioni.
La mia parte ha riguardato il periodo prebellico dalla nascita fino alla guerra e quello post-bellico con la banca.
Nell’intermezzo è stata inserita la sua passione per il gioco del calcio ed il tifo per la sua amata Juventus fermandosi sempre al record dei 5 scudetti consecutivi, purtroppo non vedendo il sesto consecutivo.
Il gioco del calcio l’aveva nel sangue avendolo praticato fino alla Borgonovese.
Della parte bellica parlerà l’amico Claudio Arzani.
Il corredo fotografico permette di fare conoscere, come dal vivo, il nostro Piero, ripreso in varie situazioni, lui valente fotografo e amante della fotografia.
Non solo di quello, egli è numismatico e filatelico un hobby che lo introduce nel mondo dei viaggi a lui tanto cari.
Infatti, come racconta la nipote Angelica che lo vedeva intento a sistemare i francobolli e contestualmente io lo vedo immaginarsi nei vari posti del pianeta.
Così, se il dr. Cassinelli è definito il veterinario giramondo , il nostro personaggio Piero è il bancario giramondo perché visitò diversi luoghi, dall’America all’ Asia, se poi inseriamo il periodo della prigionia c’è anche l’Africa.
Piero è stato un personaggio nel suo Paese ed è stato giusto che fosse ricordato così, in tutta la sua esistenza anche come dipendente della Cassa di Risparmio di Borgonovo perché ci ha permesso di conoscere, attraverso degli aneddoti, la vita comune degli uomini.
Ciao Fausto! Buon viaggio!