“Piacenza, contagio: ‘Il giorno dei 6 morti’, titola il quotidiano”, lirica di Claudio Arzani

Lunga quella strada, la scuola interdetta,
vetrine spente, anche i bar sono chiusi,
luci soffuse s'allungano sui marciapiedi,
selciato silente, non passano vetture.


Persiane chiuse, parla un televisore,
la voce contratta del Presidente,
saranno chiusi gli stadi affollati,
sospesi abbracci per tacere dei baci.


Ieri il treno nero ha sostato all'ospedale,
il capotreno col fischietto ha sollecitato
quei sei anziani a salire in vettura,
consegna non richiesta del ticket di viaggio.


Sola andata, destinazione l'Altr/ove,
sulla banchina del reparto di degenza
l'ultimo saluto di medici e infermieri,
ingresso negato a parenti e visitatori.


In quarantena il vicino del condominio,
in isolamento con moglie e figlia,
diagnosi polmonite, febbre a 39,
alla ringhiera sosta libero il merlo nero.


Suona allarmata l'ennesima sirena,
nel silenzio delle strade deserte
sfreccia veloce un'altra ambulanza
l'autista bardato sente la fronte calda.


Sulla città sembra stesa una mano nera
non risparmia i cuori della gente,
li sfiora, li avvolge, non li lascia,
si vive d'angoscia, di senso di paura.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

Una risposta a ““Piacenza, contagio: ‘Il giorno dei 6 morti’, titola il quotidiano”, lirica di Claudio Arzani”

  1. Non è facile affrontare una tematica di tanto drammatica portata, nel tempo in cui si manifesta e si evolve, e la risonanza delle notizie e delle conseguenti emozioni ci devastano fino allo sconcerto più parossistico. Tu lo hai fatto con estrema misura e dolente lucidità, generando un pathos profondo e di notevole spessore poetico. Ed io credo non sia davvero cosa da poco. Doveroso coraggio umano e civile, pienamente condivisibile. Complimenti per intenti ed esito. Francesco De Girolamo

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