“Non puoi andare in bagno”. Così alla Fiat Chrysler un operaio si urina addosso. Anche questa è FCA voluta da Sergio Marchionne

Un lavoratore della Sevel di Atessa, in provincia di Chieti, è stato costretto a urinarsi addosso perché gli è stato impedito di andare in bagno. L’episodio, che sembra uscito da una cronaca giornalistica della prima metà dell’ottocento, o da un romanzo di Dickens, è stato denunciato dal sindacato Usb, che ha poi proclamato un’ora di sciopero. Anche le altre sigle sindacali hanno chiesto chiarimenti all’azienda, il gruppo FCA (Fiat Chrysler Automobiles), di cui lo stabilimento abruzzese è il più grande d’Italia e tra i primi in Europa per dimensioni. L’azienda ha chiesto scusa ai lavoratori ma nessun responsabile è stato punito disciplinarmente.

L’operaio aveva a più riprese richiesto di poter andare in bagno, invano. E a quel punto ha dovuto farsela addosso: inascoltato, non gli è rimasto che urinarsi dentro i pantaloni. L’episodio varca ogni limite della decenza. Un fatto gravissimo che lede la dignità del lavoratore vittima dell’episodio e quella di tutti i lavoratori in generale.

Alla protesta si associa anche Rifondazione Comunista: “Spremere i lavoratori fino al divieto, ripetuto e continuato, di poter andare in bagno, è un fatto di una gravità inaudita, da condannare senza mezzi termini. Da molti anni nel gruppo FCA si assiste all’incremento di ritmi e carichi di lavoro al limite del sostenibile”.

Troppo spesso gli aumenti di produttività sono stati salutati come un fatto positivo, senza chiedersi come fossero possibili, ogni anno, aumenti produttivi da record – affermano in una nota Marco Fars, segretario abruzzese di Rifondazione Comunista e Maurizio Acerbo, della segreteria nazionale -. Nei giorni scorsi la risposta è arrivata, di nuovo, dalla palese manifestazione delle condizioni che i lavoratori, loro malgrado, sono troppo spesso costretti a subire. L’arroganza aziendale si è spinta fino a costringere un lavoratore ad urinarsi addosso, dopo che per troppo tempo gli è stato vietato di recarsi in bagno. La produzione viene prima di tutto e perciò i lavoratori non possono permettersi nemmeno il “lusso” di espletare bisogni fisiologici normali per qualsiasi essere umano.

Ai lavoratori, costretti a carichi e ritmi di lavoro insostenibili, non viene riconosciuta nemmeno la dignità umana. I due esponenti politici chiamano in causa anche le recenti riforme del lavoro e le ristrutturazioni aziendali frutto della globalizzazione post-crisi: “La vicenda Sevel ci ricorda l’importanza e la necessità di riportare la democrazia reale dentro e fuori le fabbriche. Questo totalitarismo aziendale è il prodotto di anni di “riforme” del lavoro che hanno sottratto ai lavoratori diritti e tutele. Questi sono i risultati della cancellazione dell’art.18”.

Sergio Marchionne (1952 – 2018): che l’uomo riposi in pace. Quanto al manager e alla sua azione, nulla di nuovo per i lavoratori all’ombra di FCA

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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