
Quando si va nell’interiorità si scopre sempre un velo di malinconia, perché è solo all’interno di sé che inizia il processo emozionale. La parola dunque opera come strumento della realtà o come realtà? Per Wittgenstein nella parola vi è il microcosmo il fatto, l’atomo della vita, quindi la parola è fatto, è realtà. I versi di Francesco De Girolamo sono il suo mondo. L’inquieto mondo viene scosso dalla silenziosa memoria di attimi immersi nel sentiero della vita. Il titolo è giusto: “Luci segrete” per significare, negli impercettibili moti dell’animo, quei momenti che ciascuno sente, ma non sa dire. In armonia con la struttura haiku, Francesco De Girolamo costruisce con immagini opposte la melodia della sua poesia essenziale, ma intensa:
Dietro il cristallo
della neve ferita
soffia l'azzurro
Vento di maggio,
obliquo balenare
rosa di orme
Fiumi di melma
scorrono verso il gorgo
di solchi verdi
Dietro l'assenza
una muta promessa
quieta attesa
Ad occhi chiusi
nel cerchio dell'abisso
la luna sale
Sembra che prevalga in lui quello che non c’è: l’assenza e il silenzio, ma essi si perdono in quei frammenti segreti della vita che la luce gli offre. Sono però questi stati d’animo a muovere le parole. Le sue parole e il suo sentire si identificano in un processo reale. E’ un mistero che si cela in quei momenti dove non appare nulla, ma si provoca un silenzio fortemente parlante. In questo paradosso una luce emerge e non può essere nascosta, perché solo l’occhio attento dell’essere capta lo splendore. Il segreto sta nel cuore di chi lo scopre. All’interno dell’apparire oscuro delle cose emerge il positivo. La poesia di De Girolamo svela e racchiude piccoli frammenti d’estasi nei quali il proprio silenzio sa parlare. Interno e esterno sono per l’autore un unico cosmo nel quale la luce è elemento visibile dell’universo, ma è anche segreto, perché offre un’immagine tutta da scoprire. Il cuore nasconde alla mente i suoi attimi fuggenti ed entra nell’interiorità come un lampo e interrompe il nascosto mistero di sé.
