“La sovrana lettrice”, romanzo di Alan Bennett, Adelphi editore, 2007

Alan Bennett, scrittore, drammaturgo, sceneggiatore britannico, viene infine indicato dichiaratamente gay in wikipedia (ma questo che c’azzecca con le sue attività? Saranno pur sempre scelte e orientamenti suoi). Dunque parliamone come scrittore per notare un piccolo particolare: famosissimo nel suo Paese d’oltre Manica, stranamente relegato in una nicchia piuttosto ristretta nel nostro BelPaese mentre la lettura almeno di alcuni dei suoi romanzi risulterebbe particolarmente gradevole, divertente per ironia e situazioni paradossali. Nel caso de “La sovrana lettrice” veniamo a contatto con l’austera sovrana Elisabetta, ben nota per la longevità, i molti sorrisi pubblici in occasione degli impegni ufficiali e contemporaneamente le scarse parole. Con il romanzo di Bennett ne scopriamo un’altra caratteristica (fantasiosa?): la regina d’Inghilterra legge, legge libri e, all’incontro con il Presidente francese, domanda se anche lui ha letto libri di Jean Genet, scrittore, drammaturgo e poeta del quale si evidenzia l’autobiografia romanzata del Diario del ladro (1949), in cui racconta la storia di un sé stesso ladro, omosessuale e “marginale” mentre vagabonda lungo l’Europa degli anni trenta. Domanda sconcertante che rivela qualcosa di semplice ma dalle conseguenze incalcolabili: la sovrana ha scoperto quegli strani oggetti che sono i libri. Ritiene anzi di doversi fare divulgatrice del virus della lettura e cerca di trasmetterlo a chiunque incontri in ogni occasione. Gettando nello sconcerto il suo entourage, i sudditi che partecipano agli incontri ufficiali, i servizi di sicurezza perché chi mai ha il tempo di leggere, soprattutto tra i protagonisti della vita pubblica, a partire dal Primo Ministro inglese che, leggendo il racconto, riconosciamo in Tony Blair (per quanto non venga mai nominato direttamente) e che viene definito uomo d’azione, ma di scarsa cultura. Insomma, la regina trasformata in una mina vagante, oltretutto affiancata da una specie di giovane segretario capace di guidarla in letture sempre più “fuori dall’ordinario”. Così fino alla fine del romanzo ovvero fino alla incredibile sorpresa finale perché, quando pare che la passione per la lettura rientri nella normalità, ecco che Elisabetta lascia tutta la corte attonita, a bocca aperta di fronte ad una grande ulteriore novità ancora più “pericolosa”.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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