La mia Chevrolet aperta come una scatola di sardine e il colpevole (non assicurato) si da alla fuga: 4 mesi di disavventura

In pratica: il 2 maggio poco dopo le 19 parcheggio l’auto in via B., a pochi passi da casa. Sono presenti auto su entrambi i lati per cui la carreggiata a disposizione per il transito è ridotta ma due auto possono incrociarsi tranquillamente senza problemi. Anche un Daily in uscita da un cortile non ha problemi, salvochè non si avventuri in un’inversione di marcia avventurosa e discutibile. Poco prima delle 20 esco per andare in stazione e infatti … trovo la mia povera vettura letteralmente aperta come una scatola di sardine sulla parte posteriore sinistra, lato strada. Sconcertato, vedo però un biglietto sistemato sul parabrezza e penso “l’autore del malfatto aveva fretta e mi ha lasciato i suoi dati“. Nientaffatto: il malfattore s’è dato alla fuga ma, ahi lui, qualcuno ha visto e ha segnato tutto, dalla targa al suo numero di telefono. Bene.

Giovedì 3 maggio passo in assicurazione e vengo informato che la targa corrisponderebbe ad un furgone immatricolato a Roma ma probabilmente non più assicurato da almeno nove anni!!!. Nel pomeriggio passo allora dalla Polizia Municipale. Viene preso nota del tutto, vengono fatte fotografie. Resta l’incognita però sulla correttezza della targa e sul fatto dell’immatricolazione. Mando allora un messaggio (sms) al testimone dopo aver invano tentato di chiamarlo al telefono.

Dopo le 19 sul cellulare mi arriva sms del testimone con foto del Daily Fiat del malfattore nuovamente parcheggiiato in via B. In effetti il primo rilievo della targa conteneva un piccolo errore. Chiamo immediatamente la Polizia Urbana e, dopo numerosi tentativi, reperito un numero per le urgenze finalmente qualcuno mi risponde. Preso nota dell’informazione (verrò a sapere in seguito) una pattuglia si reca sul posto, esegue gli accertamenti del caso, rileva il numero di targa corretto, evidenzia la compatibilità tra i segni presenti sul furgone e quelli presenti nella mia auto, evidenzia che il Daily risulta assicurato fino al 7 agosto. Naturalmente il proprietario nega il malfatto.

Martedì 8 vengo informato dell’accertamento. Quindi tutto bene? Nientaffatto: ritorno in assicurazione e sorpresa, il furgone risulta assicurato dal 7 maggio quindi nel momento dell’incidente non lo era! E qui inizia la via crucis. L’assicurazione ‘ovviamente’ non paga, mi viene semplicemente indicato un carrozziere di fiducia dell’assicuratore che peraltro lo contatta raccomandando un trattamento di favore. Che si risolve in un preventivo di circa 2mila euro di spesa evitando la sostituzione del paraurti posteriore: infatti la scocca dovrà essere letteralmente ‘tagliata’ a metà e sostituita. Temporeggio però nella decisione considerando che l’assicuratore si impegna a contattare la polizia municipale per poter avere il verbale di accertamento nel quale peraltro dovrà essere inserita la precisazione relativa al problema della mancanza di assicurazione.

Dunque resto in attesa di aggiornamenti e, dopo un paio di settimane, l’assicuratore mi informa che, analizzando la polizza sottoscritta ad inizio anno emerge l’inserimento della copertura anche in caso di sinistro con malfattori privi di assicurazione. Occorre però individuare il responsabile e diventa indispensabile il verbale di accertamento della polizia municipale che specifichi la compatibilità dei danni dei due veicoli. A questo punto, nuovamente contattati, i vigili piacentini informano di aver convocato il testimone che ha reso dettagliato resoconto dei fatti. Contemporaneamente sono stati coinvolti i colleghi competenti per territorio di residenza (un comune della provincia) dell’autore del maldestro comportamento che, dopo ulteriore tempo, inviano una raccomandata di convocazione all’interessato. In attesa concordo con il carrozziere una data per l’esecuzione di lavori ma, a mia insaputa, l’assicuratore interviene e, in assenza del verbale ufficiale, rinvia l’appuntamento per cui resto in vana attesa della concordata telefonata di conferma dell’incontro con la carrozzeria: solo a seguito di ulteriore contatto con l’assicuratore medesimo verrò informato del posticipo. 

Naturalmente la procedura legata alla raccomandata ha i suoi tempi: ovviamente il convocato non si presenta, forse nemmeno provvede al ritiro della raccomandata e la posta a sua volta ha i suoi tempi di giacenza. Passano così le settimane ma, alla fine, venerdì 10 agosto, ad oltre 3 mesi dal sinistro, a poche ore dalle mie ferie e dalla chiusura del carrozziere, arriva la telefonata dall’assicuratore: il verbale della polizia municipale è arrivato, tutto a posto, si può procedere. Telefono immediatamente in carrozzeria e concordiamo per un incontro il 29 agosto, ribadendo che ho assoluta necessità di un’auto di cortesia per il tempo di fermo della mia.

Così eccoci al 28 agosto, quando il carrozziere mi telefona informando che l’auto di cortesia è dal concessionario per un richiamo. Piuttosto demoralizzato non so che dire ma alla fine giovedì 30 agosto nuova telefonata e, alle 17.30 circa, ecco lo ‘scambio’ di vetture: consegno la Chevrolet e torno a casa con una ruspante Panda praticamente nuova. Sono passati quasi 4 mesi dall’incidente.

Tutto finito? Calma, incrociamo le dita e aspettiamo una settimana ancora, forse 15 giorni, a lavori finiti e fattura rimborsata, con una precisazione: il paraurti che non doveva essere cambiato nel frattempo, sarà per le vibrazioni o per il vento contrario, per ben tre volte si è staccato sul lato sinistro dell’auto ‘ballonzolando’ a terra in autostrada a 140 km/ora in pieno sorpasso di un Tir e quindi contrariamente alle previsioni dovrà essere cambiato per cui a maggior ragione speriamo che l’assicurazione provveda al rimborso. Per finire ci sarà da ‘regolare’ la pratica con il testimone: da ringraziare per il senso civico così raro ai giorni nostri e soprattutto da nominare Santo subito. Ma di questo parleremo a cose fatte.

 

 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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