Immagini chiare: gestire la cosa di tutti è fatto serio. Lo ricordi il giovanissimo eletto Presidente del Consiglio Comunale

Immagini che parlano chiaro e non lasciano dubbi. Prendiamola da lontano: politica significa gestione delle cose e per gestire (fare politica) bisogna saper cosa fare, saper come fare e finalmente fare. Insomma: politica va a braccetto con capacità, professionalità, competenza, esperienza. Certo viviamo una stagione nella quale non tutto si presenta così lineare, specie a Piacenza per alcuni episodi che inevitabilmente suscitano perplessità e sconcerto. Prendiamo il caso della vicenda che sta coinvolgendo la carica istituzionale di Presidente del Consiglio Comunale. Una poltrona di indubbia importanza “politico/gestionale” il cui titolare, eletto nelle fila di Fratelli d’Italia, è stato arrestato per (presunta) collusione con la ‘ndrangheta. Prontamente il Consiglio, con i voti quasi unanimi del centrodestra, ha provveduto alla sostituzione nominando un giovane rampante ventiquatrenne seguace di Salvini. Certo, laureato, ma di nessuna esperienza di politica gestionale e, come si suol dire, dalla laurea al fare ci sta di mezzo il mare. Nel senso che il rischio di inadeguatezza e conseguentemente di ‘bruciarsi’ la carriera é elevatissimo. Un pò insomma come nominare primario ospedaliero un medico neolaureato e neoassunto. Così, per analogia, dicono anche le immagini riportate: Iren, società privata a partecipazione pubblica che gestisce la raccolta dei rifiuti nella città improvvisamente ha tolto tutti i bidoni verdi destinati all’indifferenziato puntando ad un obbiettivo del 97% di adeguatezza della raccolta peraltro privilegiando la collaborazione diretta da parte dei cittadini casa per casa e la collocazione sulle strade delle diverse tipologie di rifiuto con il ritiro limitato però ad alcuni giorni della settimana. Una scelta a dir poco ‘talebana’ con evidenti disagi da parte dei cittadini e rifiuti abbandonati ‘fuori sede’ (come già documentato), bidoni stracolmi, situazioni discutibili stante la calura imperante e anche qualche episodio che, per non piangere, fa sorridere. Così il caso di un amico, residente in zona centro città, assente nei giorni di distribuzione dei bidoncini che si ritrova una mini discarica casalinga: nessun problema, gli è stato detto, “verrà contattato telefonicamente per la soluzione“. Sono però passati giorni con il telefono inesorabilmente muto e la minidiscarica ferma nell’abitazione dell’amico. Certo, mi auguro ed anzi sono certo che alfine la telefonata sia arrivata e con la telefonata i bidoncini. Da parte sua l’amico sicuramente avrà nel frattempo acquistato di tasca sua i sacchi neri da periodicamente collocare sul marciapiedi contribuendo al miglior decoro della città. Insomma, far politica, saper far politica gestionale è cosa seria. Le immagini, Iren o non Iren, non fanno certo onore a quel centrodestra che governa e gestisce il nostro Comune e non si provi a scaricare le colpe sulla maleducazione dei cittadini e soprattutto, come ho sentito in qualche bar, sugli stranieri: il difetto sta nel manico e nella mano che il manico dovrebbe controllare limitandolo nei voli pindarici della fantasia talebana. E quanto al giovane eletto Presidente del Consiglio Comunale? Tanti auguri per il coraggio (di chi lo ha nominato) e, per quanto lo riguarda, attenzione ai cattivi consiglieri ovvero a scelte non adeguatamente ponderate andando in fiducia a presunti ‘esperti’ di politica che in realtà tali non sono.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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