“Il soffio del vento, da Chernobyl a Caorso trent’anni dopo”, venerdì a Gropparello le testimonianze e i racconti di quel tragico 1986

Si torna a parlare di nucleare venerdi 9 giugno alle ore 21 nel giardino ex asilo Gandolfi a Gropparello su iniziativa del Circolo AUSER “chiù”.

Un occasione per ricordare che, nonostante siano passati ormai 31 anni dalla notte dell’esplosione del reattore n. 4 della Centrale nucleare di Chernobyl i problemi sono sempre incombenti.

L’inquinamento radioattivo continua ad essere presente in Ucraina, Russia, Bielorussia incidendo pesantemente sul ciclo alimentare animale ed umano in paesi basati proprio sull’agricoltura. Sono ancora tanti i ‘bambini di Chernobyl’ che hanno bisogno di assistenza mentre in tutto il mondo resta in prima linea il problema delle scorie radioattive prodotte anche da centrali dismesse da anni come il nostro ‘Arturo’ caorsano. Dovremmo decidere di costruire un Deposito nazionale ma nessun governo ha il coraggio di decidere dove metterlo.

Nel frattempo non mancano notizie che portano continuamente all’attenzione il problema. Poche settimane fa i cittadini della vicina Svizzera hanno votato ‘SI’ al referendum per la rinuncia alla costruzione di nuove centrali approvando il piano che prevede il graduale abbandono dell’atomo da qui al 2050 fermo restando che le 5 centrali attualmente presenti potranno funzionare semprechè siano rispettate le misure di sicurezza.

Lo scorso mese di febbraio invece la cronaca ha registrato un’esplosione nella Centrale nucleare di Flamanville, nel nord-est della Francia: fortunatamente nella zona interessata (la sala macchine) non c’erano elementi radioattivi per cui, come comunicato dalle fonti ufficiali, le conseguenze si sono limitate ad uno stato di intossicazione per 5 lavoratori.

Sono invece ‘inimmaginabili’ e terribili le notizie che arrivano da Fukushima. Le rilevazioni hanno raggiunto i 530 sievert/ora contro i 73 registrati subito dopo il disastro, nel 2011. Secondo l’Istituto giapponese di Scienze Radiologiche un’esposizione di 4 sievert ucciderebbe una persona su 2. Essere esposti a 1 sievert potrebbe condurre a impotenza, perdita di capelli e cataratta. Impossibile dunque intervenire per rimuovere i detriti del combustibile nucleare contenuto nelle vasche di contenimento all’interno dei reattori, un simile livello di radiazioni impedisce anche l’uso di robot che verrebbero distrutti nell’arco di 2 ore.

Insomma, il nucleare ha fatto male e continua ad essere fonte di produzione energetica ad alto rischio tanto da farci chiedere: ma il rischio, vale la candela?

Come sempre venerdì sarà presente Dalila Ciavattini che leggerà alcuni brani tratti dal libro, testimonianze della tragica notte del 26 aprile 1986.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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