“Il soffio del vento, da Chernobyl a Caorso trent’anni dopo” a Castelvetro permette l’incontro con la rete di solidarietà creata da Patti Brusamonti

L’assessore alla cultura del Comune di Castelvetro Piacentino, Pierluigi Fontana, introduce l’incontro promosso dal Circolo Culturale ‘Al 32 dal Masan’

Dal tragico incidente della notte del 26 aprile 1986, quando il reattore numero 4 della Centrale nucleare V.I.Lenin di Chernobyl in Ucraina è esploso diffondendo radioattività nell’aria, sono ormai passati 31 anni eppure gli effetti sono ancora presenti e lo saranno per un tempo che ancora non possiamo prevedere (forse 100 anni, forse Mille anni?).

Alcune rappresentanti del Circolo ‘Al 32 dal Masan’

Questa la verità affermata nel tardo pomeriggio di sabato 22 aprile a Castelvetro piacentino a un passo da Cremona alla presentazione di “Il soffio del vento, da Chernobyl a Caorso trent’anni dopo“, edizioni Pontegobbo, iniziativa promossa dal Circolo ‘Al 32 dal Masan‘.

‘Al 32 dal Masan’ ed inevitabilmente ci si domanda quale sia il significato: semplicemente la sede del Circolo si trova appunto al numero civico 32 di Mezzano Chitantolo, frazione di Castelvetro

Quella nube radioattiva sprigionata a seguito dell’esplosione che letteralmente sparò in aria il disco di copertura del reattore (che pesava più di mille tonnellate) è ricaduta su vaste aree soprattutto della Bielorussia, inquinando foreste, boschi e terreni votati all’agricoltura. Di conseguenza incidendo direttamente sul ciclo alimentare animale e umano di un paese votato proprio ai prodotti della terra e al commercio del legno.

Il pubblico che ha assistito alla presentazione del libro, momento di riflessione sul tema nucleare: attualmente il nostro paese acquista energia nucleare dall’estero limitatamente all’1,5% del nostro fabbisogno e solo per necessità notturne, quando diverse nostre centrali vengono ‘lasciate riposare’. Se dotassimo di impianti ad energia solare ogni nuovo edificio pubblico costruito (per scuole, asili, ospedali, comuni, caserme) non avremmo alcuna necessità e forse costringeremmo Svizzera, Francia, Inghilterra, Slovenia a cessare l’attività quantomeno degli impianti nucleari obsoleti.

Tradotto in sintesi significa che per le popolazioni di quei paesi (Bielorussia, Ucraina, parte del territorio russo) il rischio di malattie come leucemia o altre forme tumorali resta ancora alto, specie nei bambini le cui difese immunitarie non sono ancora completamente sviluppate.

Angelo Menga, curatore degli aspetti di pubblicizzazione dell’iniziativa

Per questo, nonostante il tempo passato, sono importanti le iniziative di solidarietà che si concretizzano sia con interventi di aiuto direttamente nei territori interessati sia accogliendo per brevi periodi di soggiorno i bambini e i ragazzini dai 6 ai 18 anni nei diversi paesi dell’Europa occidentale, con il nostro paese in prima fila in questa importante forma di aiuto e di solidarietà (un mese di permanenza all’anno nel nostro paese è in grado di eliminare gli effetti del consumo di cibi inquinati riducendo notevolmente il rischio tumorale).

In prima fila Andrea Brizzolara: ha portato testimonianza degli incontri, delle esperienze, del vissuto con i ‘bambini di Chernobyl’ ospitati nel nostro paese. Alle sue spalle Fabrizio Bonetti dell’associazione no profit “Angeli per Fiore”. A destra Silvio, collaboratore del Circolo.

In questo senso l’iniziativa di Castelvetro ha avuto un rilievo importante grazie alla testimonianza di Patti Brusamonti che, per anni, ha accolto bambini bielorussi nella sua casa a Fiorenzuola. Poi, per motivi personali, l’accoglienza ha avuto termine ma tra tutti i ‘bambini di Chernobyl‘ ospitati, Patti e la sua famiglia, è nata una rete di solidarietà tuttora funzionante. In pratica: serve sistemare i bagni di un orfanotrofio? Uno dei bambini diventato adulto ha bisogno di aiuto? La notizia arriva a Patti che informa la rete e scatta un’operazione di raccolta dei fondi che rispondono alla necessità.

Patrizia Brusamonti, Claudio Arzani

In altre parole, solidarietà laddove la necessità purtroppo è sempre viva. A questo punto da Castelvetro un messaggio chiaro: sosteniamo ‘Angeli per Fiore‘, l’associazione no profit di solidarietà con cure, vestiario, cibo che aiuta chi ha bisogno, nel territorio e nelle lontane terre di Bielorussia dove ancora purtroppo le conseguenze di quel tragico incidente di Chernobyl continuano a produrre i loro effetti. 3803767620 oppure 3473882086 sono i numeri telefonici a disposizione. Patti può anche essere contattata attraverso facebook dove è presente con nome Patti Brusa.

Il resoconto pubblicato da ‘La Provincia – Quotidiano di Cremona’ nell’edizione del 1° maggio 2017. Nella foto da sinistra Patti, Andrea, Claudio, Pier Luigi Fontana (assessore alla cultura della Municipalità di Castelvetro), Dalila Ciavattini lettora di alcuni brani dal libro

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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