“Il Piccolo Principe”, romanzo di Antoine De Saint-Exupéry, Bompiani editore

Antoine De Saint-Exupéry, provetto aviatore di quei tempi nei quali volare era quasi una magia e diciamo la verità, qual’era il bambino che non sognava di salire su un aeroplano per salire lassù tra le nuvole del cielo facendo a gara con aquile e uccelli migatori per scoprire sconosciute terre inesplorate? Ebbene, Antoine, nel 1935, ebbe un’avaria al motore in pieno deserto del Sahara, con riserva d’acqua per soli sette giorni. Fu salvato praticamente all’ultimo minuto ormai morente dagli indigeni ma quell’esperienza fu fondamentale perchè lì, tra le sabbie, incontrò il Piccolo Principe, ovvero se stesso bambino. Quando aveva sei anni e disegnò un boa che aveva mangiato un elefante e gli adulti, che sono così strani, così bizzarri, stroncarono quelle velleità da disegnatore. Un pò come la poesia che, come si dice, non dà da mangiare. Eppure tutti noi, se sappiamo ascoltarci, siamo piccoli principi, tutti noi abbiamo la curiosità di conoscere il mondo guardandolo con gli occhi dell’innocenza bambina, incontrando il re di un pianeta senza sudditi, il vanitoso che aspetta solo l’applauso per ringraziare togliendosi il cappello, l’uomo che conta le stelle e per questo crede d’essere ricco, concludendo che sono ben strani quegli adulti che vivono di valori che sono nulla. Ecco. Oggi ho letto questo piccolo capolavoro che sa parlare al bambino che vive dentro di noi, oggi che anche il motore del mio aereo mi ha fatto scendere tra le sabbie del deserto e mi ha fatto rivedere il senso del vivere, dell’impegno quotidiano per obiettivi che, a ben guardarli, si rivelano effimeri. Sì, mi ha saputo far ritrovare con il mio io bambino perché siamo bizzarri e strani, noi diventati adulti, allineati a ricercare il possesso delle cose che in realtà non lasciano nulla. Allora l’invito è quello di leggerlo, di ascoltare la voce del Piccolo Principe che arriva da un altro pianeta lontano dove tutto è piccolissimo, dove vive in compagnia di tre vulcani, uno attivo e due spenti, e di una rosa, un fiore con quattro misere spine per difendersi dal mondo intero, un fiore affidato a lui e che di lui ha bisogno a partire dalle sue cure. E considerato che questo libro è poesia pura, colgo l’occasione per ricordare che stasera è iniziata a Piacenza a Palazzo Farnese l’incontro con la piuma sul baratro, 25 ore di lettura dei brani poetici proposti da oltre 100 poeti provenienti da tutt’Italia. Ero uno di quei 100 e, problemi come dicevo di riassetto del motore in atto, non ci sarò. Non ci sarò, ma solo fisicamente. Se però qualcuno saprà vedere quel bambino un pò in disparte che semina stelle sui poeti presenti, beh, quel bimbo sono io.

   

 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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