Interessante serata organizzata dal Circolo Auser nel giardino dell’ex asilo Gandolfi. Prendendo spunto dal libro “Il soffio del vento, da Chernobyl a Caorso, trent’anni dopo” di Pontegobbo edizioni, si è sviluppato un intenso dibattito tra i presenti sul tema dell’energia nucleare. Un tema di grande attualità, come ha sottolineato Claudio Arzani autore del libro, a partire dal problema dalla necessità di individuazione di un sito dove conservare in modo adeguatamente protetto le scorie radioattive prodotte dalle Centrali nucleari attive e non: “si parla di decommissioning ovvero smantellamento delle 4 centrali italiane tra le quali Caorso con l’area attualmente occupata che potrà ritornare ad essere un grande prato verde nel 2030. Solo però se nel frattempo sarà realizzato il Deposito unico nazionale nel quale stoccare i rifiuti radioattivi, ma nessun governo ha avuto il coraggio di affrontare la scelta del luogo dove realizzarlo così le operazioni di smantellamento sono sostanzialmente ferme”.
Da parte sua Patrizia Brusamonti ha raccontato la sua esperienza di accoglienza dei ‘bambini di Chernobyl’ ricordando che in Bielorussia e in Ucraina gli effetti della contaminazione del terreno sono sempre presenti e sono proprio i ragazzini che ancora non hanno sviluppato un adeguato sistema di difese immunitarie ad aver bisogno di assistenza sia mediante periodi di permanenza nel nostro BelPaese sia attraverso aiuti da far pervenire nel loro territorio e nel loro ambiente di vita che spesso coincide con un orfanotrofio.
Significativo il racconto da parte di Raffaele Maggi, all’epoca segretario del settore elettrici della CGIL Lombardia, degli anni di produzione di “Arturo” (così era chiamata ‘confidenzialmente’ la Centrale di Caorso) con la tendenza da parte di Enel a minimizzare i problemi che pure talvolta emergevano. Non si dimentichi in proposito che la centrale, fermata pochi mesi dopo l’incidente di Chernobyl ufficialmente per manutenzione, misteriosamente non ha mai ripreso la produzione nonostante il referendum che ne decretò il blocco definitivo per volontà popolare sia stato quasi un anno dopo.
Il Sindaco Claudio Ghittoni, infine, ricordato che le centrali nucleari sono nate per la produzione del plutonio e quindi per la realizzazione della bomba atomica e solo in seguito sono state riconvertite anche alla produzione di energia destinata al consumo civile, ricordati i molti esperimenti ad esempio da parte francese ed ora da parte nordcoreana, si è domandato quanto le emanazioni radioattive derivanti da questo tipo di energia, specie nei casi dei gravissimi incidenti di Chernobyl e di Fukushima-Daichi in Giappone, possano aver influito sui cambiamenti climatici che stiamo vivendo. Unanime la conclusione condivisa da tutto il pubblico presente: l’energia nucleare non può essere il futuro dell’umanità, occorre sviluppare fonti energetiche alternative a partire dalla produzione di energia solare (attualmente l’8% del fabbisogno nazionale) e, in questo senso, Arzani ha ricordato il recentissimo referendum col quale anche i cittadini svizzeri hanno approvato il piano di chiusura di tutte le 5 centrali attualmente presenti nel vicino paese d’oltralpe entro il 2050 e appunto l’avvio sin da ora di interventi che consentano il graduale ricorso a nuove fonti alternative.