“Il cappello del maresciallo”, romanzo di Marco Ghizzoni, Guanda editore, 2014

Il liutaio Antonio Arcari, professionista stimato a livello nazionale, viene trovato morto in situazione ‘imbarazzante’ (con pantaloni e intimo calati): dopo una notte probabilmente di fuoco, dietro la ferrovia, in zona frequentata appunto dalle signorine che, a pagamento, allietano le notti degli uomini, soli o ammogliati che siano. Siamo a Boscobasso, ridente e tranquillo paesino della provincia di Cremona e, quando Luigi Bigio Bertoletti, becchino comunale, si trova il cadavere sdraiato sul tavolo dell’agenzia di pompe funebri del cognato, non può che esultare fra sè e sè. Nonostante, con i suoi sessantanni, non avesse mai abbandanto il celibato, ne era certo: avrebbe finalmente avuto (prima di tutto in un comodo letto) l’affascinante Edwige Dalmasso, moglie anzi vedova dell’Arcari. E la fortuna pare aiutarlo: mentre procede alla vestizione del defunto, ecco arrivare proprio l’Edwige che, rispetto al posto già assegnato nel cimitero, chiede un loculo in posizione migliore. E, siccome ‘quella cosa’ tipica del genere femminile ne tira più di un carro di buoi, il Bigio pensa e ripensa trova la soluzione: riesumare dal loculo vicino all’ingresso del cimitero, il cadavere dell’ex Sindaco, Rosario Pitino, un ‘terrone’ venuto anni prima dalla Sicilia, che nessuno era mai venuto ad onorare d’una visita, praticamente dimenticato da tutti, boscobassiani compresi. Dettofatto, lo scambio durante la notte avviene, il Rosario tuttavia è uomo robusto e non emtra nel nuovo loculo. La bara si rompe ed entra ma col corpo niente da fare: al Bigio non resta che portarlo altrove e seppellirlo vicino al fiume in zona di golena dopo avergli tagliato la testa. Due bei problemi per il maresciallo Bellomo al rientro dalle ferie nella sua Sicilia con un morto che potrebbe far scandalo e un cadavere sconosciuto venuto allo scoperto grazie al fiuto di un cane che, scava scava, ha fatto emergere una mano. Intanto l’Arcari viene degnamente sepolto e il Bigio, per l’ottimo servizio reso, viene ammesso nella casa dell’Edwige. Senza, per ora tuttavia arrivare alla camera da letto ed anzi la situazione si complica: che ci fa il cappello del maresciallo sul divano di casa Arcari? Ma non solo. Per infittire e complicare la situazione, dalla SIcilia arriva Concetta Pitino, sorella dell’ex Sindaco che, presentandosi in Comune, chiede con fermezza ragione dello spostamento del loculo del fratello, minacciando provvedimenti. Così, quando la tomba viene riaperta, la si scopre vuota! Insomma, un libro leggero, divertente, con il consiglio di non perderlo: con la sicurezza di una buona lettura.   

 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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