“Il ballo”, racconto breve di Irène Némirovsky, Adelphi editore, 2005

Non importa quanto scrivi, se sei un autore coi fiocchi e i controfiocchi come sicuramente lo era Irène. 83 pagine di un volumetto di ridotte dimensioni che letteralmente voli via, 83 paginette che ti rendono impossibile lo staccartene e al termine arrivi alla conclusione a bocca aperta, appassionato, coinvolto, frastornato. Antoinette Kampf è la figlia di due parvenu arricchiti, da poco entrati a far parte della società parigina. Desiderosi di far subito colpo sull’alta borghesia, il signor e la signora Kampf decidono di organizzare un ballo al quale hanno intenzione di invitare tutta la gente che conta. La figlia, esclusa dal grande evento perché ancora quattordicenne e comunque per le disattenzioni della madre poco amorosa, desiderosa prima di tutto di riscattare il proprio passato se non proprio di miseria comunque sicuramente lontano dai fasti (e dalle attenzioni maschili) della società bene, la figlia si diceva si pone di mezzo al progetto e, approfittando degli intrighi amorosi della tutor inglese (incaricata di spedire gli oltre duecento inviti), cercherà di mandare tutto a monte. Due i temi principali, da una parte il difficile rapporto madre-figlia, che ha sicuramente una forte matrice autobiografica, trattandosi di un leitmotiv delle opere di Némirovsky. Dall’altra la gelosia e l’invidia di una bambina a un passo dall’adolescenza, che sogna l’amore senza ancora conoscerlo. Senza dimenticare la meschinità delle scelte del padre che, alla fine del racconto, si rivelerà arido calcolatore rivelando le vere motivazioni che lo spinsero a scegliere come moglie la signora Kampft. Breve ma intenso, questo lavoro della scrittrice russa è un affresco tragicomico della società del tempo, un ritratto cinico e spietato di una classe sociale che crede solo nel dio denaro, nell’apparenza, nel titolo nobiliare o accademico (l’ambientazione è nella prima metà del novecento). Irène Némirovsky era una giovane venticinquenne quando, nel 1928, scrisse questo romanzo breve. Il successo che ne derivò portò all’autrice fama e consenso. Purtroppo le sue origini ebraiche la portarono alla persecuzione da parte della ferocia nazista, all’internamento nel campo di sterminio di Auschwitz e infine alla morte privandoci della gioia di altri capolavori come questo.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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