Protagonista questa sera all’ombra del porticato di Santa Fara a Bobbio la tragedia dell’incidente nucleare nella centrale V.I. Lenin di Chernobyl. Sono passati trent’anni da quella notte quando una catena di errori umani provocò il risveglio del feroce, incontrollabile, terribile drago che vomitò fuoco radioattivo nei cieli dell’Europa.
Il libro racconta in particolare di quando l’invisibile, impalpabile pioggia radioattiva arrivò in Italia e nella zona di Caorso in particolare mentre per tutta la mattina i vessilli rossi della festa dei lavoratori avevano riempito le piazze del BelPaese.
Arriva la nube radioattiva, titolavano i quotidiani, ma nessun problema per l’Italia. L’elemento che focalizzava l’attenzione dei media e dell’occidente era il silenzio delle autorità russe: per due giorni nessuno aveva avuto notizia del disastro del quale si era avuta percezione solo grazie ai rilievi dell’aumentata radioattività in Scandinavia. Insomma un’attenzione più alla ‘critica politica’ che non una percezione della drammaticità della situazione.
Nessun problema? Non era così, infatti e purtroppo: due giorni dopo si scoprì che le mucche al pascolo in quella giornata di splendido sole, in quel 1° maggio di festa, presentavano dati di contaminazione.
Al primo racconto fatto di molte verità romanzate, nel libro ne seguono altri per poi passare alle testimonianze, alle immagini, alla rassegna stampa di quel lontano maggio di paura, alle poesie, alle illustrazioni Edoardo, fino all’attualissimo problema delle scorie radioattive che residuano anche nei depositi della ‘nostra’ Caorso, di Arturo, la più grande centrale nucleare italiana, quel cilindro argentato che svetta nella pianura padana custodendo al suo interno un altro drago per ora dormiente.
La presentazione avviene a Bobbio non a caso. Certo nell’importante cornice dell’iniziativa organizzata dalla Municipalità e dalla casa editrice (rappresentata da Bruna Boccaccia e da Daniela Gentili) ma soprattutto richiamandosi alle associazioni che da anni operano nel territorio piacentino per accogliere i ‘bambini di Chernobyl‘ temporaneamente accolti proprio in Val Trebbia.
Chernobyl e la centrale sono nel territorio dell’Ucraina ma al confine con la Bielorussia. Mentre però l’Ucraina riceve contributi da tutto il mondo per affrontare e superare i problemi della radioattività del terreno, pochissime risorse arrivano a Minsk che pure ha subito e subisce i danni maggiori. Infatti l’economia bielorussa era basata sulla produzione di legname e sull’agricoltura ma ancora oggi radioisotopi di diversa natura impregnano gli alberi delle foreste e i terreni per esempio rendendo pericolosissimi i funghi e minacciando gli abitanti col rischio soprattutto di tumori alla tiroide.
Per questo, a trent’anni di distanza, il drago di Chernobyl mantiene tutta la sua drammatica attualità e, insieme ai ‘bambini di Chernobyl’ che periodicamente vengono ospitati nel nostro paese e che stasera ascolteremo a Bobbio, un grazie particolare va agli ‘angeli di Chernobyl‘, ovvero chi da anni si fa carico di trovare famiglie disposte ad ospitare per un mese, per due mesi all’anno questi ragazzi contribuendo a rafforzare le loro difese immunitarie: parliamo di Adele Mazzari, già Preside dell’Istituto scolastico del Comprensorio di Bobbio che stasera presenterà il libro, di Carmela Caserta, Presidente del gruppo di accoglienza ‘Le rondini di Chernobyl‘ che racconterà la sua esperienza di accoglienza e di adozione, di Annibale Gazzola, Presidente del gruppo di accoglienza Travo-Val Trebbia che non potrà essere presente ma la cui testimonianza è presente nel libro.
Ma non solo: si prevede anche l’intervento di Agostino Zanetti che lascerà la testimonianza di un viaggio fatto nel 2008 nella ‘Exclusion zone‘ e per concludere la lettura da parte di Daniela Gentili di alcuni brani in prosa mentre Dalila Ciavattini presenterà una poesia già premiata a Cortemaggiore, “La foresta rossa di Chernobyl”.
A conclusione della serata infine, l’attore Luca Isidori con Elisabetta Pallavicini proporranno una piece dedicata ai Quattrocento anni dalla morte di William Shakespeare.