Non avere paura della notte;
attraverseremo questo buio
affiancati, silenziosi,
guardandoci negli occhi,
a malapena visibili
nell’ombra così cupa,
ad ogni nuovo tratto,
di questa sorda eclissi.
E non chiedermi la mano:
sarà già sul mio cuore
a controllare che batta
come un tamburo di latta,
per questa nostra guerra,
mite, d’un suo furore
estraneo ad ogni sangue,
per una nuova terra ,
mai davvero promessa,
ancora da conquistare,
sconosciuta allo sguardo,
ma non al nostro ricordo,
al suo lontano richiamo
sempre più forte.
È la vita o la morte
che sussurra in questo urlo,
tenace, di farfalle?
Non possiamo saperlo
come di fronte a grotte
cieche, su approdi o abissi,
al fondo della notte:
dai, non temere, andiamo.