“Cumparsita”, romanzo di Nicola Viceconti, Rapsodia edizioni, 2^ edizione 2015

Un viaggio che ci porta oltreoceano, in Argentina, terra dei sogni e delle speranze di tanti nostri compaesani emigrati già ai primi del novecento. Domenico Labriola, o Don Mimì come lo chiamano gli amici, ormai anziano, lo incontriamo ricoverato nell’ospedale di Buenos Aires, dove comincia a ricomporre i ricordi della sua lunga vita. Partendo dalla poverissima Basilicata, la famiglia di Domenico era arrivata in Argentina su una nave carica delle speranze e delle paure di migliaia di altri italiani in cerca di un futuro migliore. Racconta di aver saputo inserirsi adeguatamente. Aprendo con i fratelli un avviata impresa di costruzione edile e trovando amicizie e simpatie, specie con l’altra metà della mela, grazie alla sua simpatia ma anche alla passione per la musica e il ballo, il tango, la cumparsita in particolare. Racconta degli anni bui della dittatura argentina e dell’amicizia con Saverio che, ad un certo punto, misteriosamente e inspiegabilmente scompare nel nulla, abbandonando anche il figlio, Raul, che potrà trovare proprio in Domenico la sponda alla quale appoggiarsi. Così il romanzo racconta di come s’intreccia la vita degli immigrati di prima generazione, quelli che mai hanno dimenticato il legame con la terra d’origine, e quelli della seconda generazione, ormai argentini al cento per cento ma a loro volta ansiosi di conoscere i luoghi incacellabili nella nostalgica memoria dei genitori. Scorrendo (anzi, divorando) le pagine del romanzo di Viceconti non solo ci ritroveremo commossi ma scopriremo la passione per il tango, quella musica che cresce e si modifica in base al subentro di nuove generazioni ma che continua a ‘parlare’ di capelli impomatati, di sigaro nel taschino, di balere, di amori segreti e inconfessati, di passione, di amicizie incondizionate. Insomma, in altri termini, un’occasione e anzi un’opportunità di entrare in contatto con l’Argentina e “gli italiani come noi“.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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