A Castell’Arquato “Il soffio del vento, da Chernobyl a Caorso trent’anni dopo” con Claudio Arzani, Diana Lucia Medri, Dalila Ciavattini

Immagine dal sito del “Forum per i diritti dei bambini di Chernobyl” di Mantova

Luca era contento. Quel giorno, quel 1° maggio 1986 era spuntato un buon sole e papà ne aveva approfittato per organizzare  un’uscita ‘fuori porta’, a Roncaglia, non troppo lontano da Caorso. Vero, c’era un po’ di vento, ma che ne sapeva lui che quel vento portava una pioggia invisibile, impalpabile, impossibile, dai lontanissimi cieli dell’Est? “Non c’è da preoccuparsi”, avevano titolato i quotidiani ma dopo i rilievi dei giorni successivi il Governo vietò la vendita di latte fresco e delle verdure.

La storia di Luca apre “Il soffio del vento, da Chernobyl a Caorso trent’anni dopo” (Pontegobbo edizioni) che l’autore, Claudio Arzani, presenterà domani 22 ottobre alle ore 17,00 a Castell’Arquato nella suggestiva location della Piazza Monumentale su iniziativa dell’Associazione Terre Piacentine. Ad affiancarlo Diana Lucia Medri, nata a Krasnopole in Bielorussia, a poca distanza da Chernobyl, oggi nel nostro Paese con la sua nuova famiglia.
Diana Lucia Medri (seduta) e Dalila Ciavattini che legge un brano da “Il soffio del vento, da Chernobyl a Caorso trent’anni dopo”
A seguire Dalila Ciavattini proporrà letture di testimonianze e poesie tratte dal libro mentre verranno proiettate immagini tratte da un filmato amatoriale realizzato a Chernobyl da Agostino Zanetti nel 2008.
Dal filmato realizzato a Chernobyl e Pripyat nel 2008 da Agostino Zanetti: la centrale V.I. Lenin
Dal filmato realizzato a Chernobyl e Pripyat nel 2008 da Agostino Zanetti: il sarcofago che ricopriva il reattore n. 4 esploso
Dal filmato realizzato a Chernobyl e Pripyat nel 2008 da Agostino Zanetti: l’ingresso nella zona proibita con i bunker in cemento armato dai quali i militari escono per controllare gli eventuali visitatori, restando all’esterno il minor tempo possibile
Dal filmato realizzato a Chernobyl e Pripyat nel 2008 da Agostino Zanetti: a Propyat, la città costruita per gli operai e i tecnici della centrale con i suoi 40mila abitanti è riconquistata dalla natura
Dal filmato realizzato a Chernobyl e Pripyat nel 2008 da Agostino Zanetti: le finestre delle case di Pripyat hanno ormai gli occhi vuoti con all’interno solo macerie e tutto quello che gli abitanti in fuga hanno dovuto abbandonare
Dal filmato realizzato a Chernobyl e Pripyat nel 2008 da Agostino Zanetti: nella ‘Interdiction zone’ sono migliaia i mezzi abbandonati per aver subito le radiazioni. Carri armati, camion, mezzi dei pompieri, elicotteri e soprattutto i 1000 bus arrivati da Kiev per evacuare i 40mila abitanti.
Un disegno di Edoardo Arzani che ricorda un fatto ineluttabile: di nucleare si muore, la vita va a braccetto col sole

 

 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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