“Carabinieri in giallo 7”, racconti di Autori Vari, Il Giallo Mondadori, 2014

Ho sempre avuto stima dei Carabinieri che, simpatiche barzellette a parte, ritengo svolgano il loro ruolo di difesa delle istituzioni (che noi scegliamo, votiamo, sosteniamo) con competenza e serietà. Ho avuto a che fare con loro. Qualche episodio: ero andato a prendere mio padre dimesso dall’ospedale di Borgonovo. Arrivato a San Nicolò il semaforo era giallo ma, se io avessi frenato, per lui sarebbero stati dolori alla gamba. Così sono passato e, naturalmente, ecco la paletta del Carabiniere. Gli ho spiegato la situazione, mi ha raccomandato prudenza e mi ha fatto ripartire. Secondo episodio: nell’ospedale di Piacenza era apparso un manifesto anzi un tazebao (come si diceva negli anni dell’università) con un disegno satirico di contestazione al primario della psichiatria. Mano ignota lo aveva esposto di fianco al manifesto che avevo realizzato in occasione del mini campionato di calcio organizzato dal Cral con tanto di disegni rappresentanti le diverse squadre (ad esempio, per la squadra di Radiortopedia, appunto una radio con un osso spezzato ricompattato con il nastro adesivo al posto dell’antenna). I Carabinieri hanno indagato e, avute indicazioni dell’autore del manifesto calcistico, eccoli presentarsi nel mio ufficio per un interrogatorio con tanto di verbale col quale hanno condiviso che ogni disegnatore ha uno stile suo proprio e lo stile dei due manifesti era diverso. M’era andata bene? In ogni caso l’autore del tazebao rimase ignoto. Altro caso: nel mio ruolo di dirigente dell’Asl ho avanzato la proposta formale per un accordo di affitto d’una struttura privata in assenza di spazi ospedalieri adeguati da destinare ad ambulatori per la libera professione (intramoenia) dei medici, con affitto da pagare utilizzando i proventi dell’attività e quindi a costo zero per l’ente pubblico. Approvata la decisione da parte della Direzione Aziendale la prima conseguenza fu la dismissione di tutti gli accordi con gli altri piccoli ambulatori privati in precedenza convenzionati (erano diversi considerate le dimensioni minimali di ciascuno). Naturalmente qualcuno dei responsabili delle società interessate, colpito nell’utile, si è rivolto alla magistratura e così ecco due Carabinieri nel mio ufficio in quanto “persona informata dei fatti”. Ne conseguì l’arrivo dopo qualche tempo di una avviso di garanzia in busta verde nella mia cassetta di posta al domicilio e che subito dopo coinvolse tutta la Direzione ovviamente compresa la mia posizione. Una questione complessa che naturalmente trovò spazio sui quotidiani nazionali con tanto di nomi e cognomi e per due anni la condanna a priori da parte di chi leggeva. Presunta truffa ai danni dell’ente pubblico e altri reati vari (mancava solo la banda armata) ma soprattutto colpevoli di simpatie o addirittura orientamenti politici di sinistra. I due Carabinieri avevano del resto fatto il loro mestiere, indagato, raccolto materiale, verbalizzato, consegnato le loro osservazioni al magistrato al quale competeva il giudizio di merito. Procedura ineccepibile e, dopo due anni, niente giudizio, niente processo per riconoscimento alla conclusione di lunghe indagini, interrogatori, richiesta di documenti, osservazioni, periodiche notizie criminalizzanti sui quotidiani locali, regionali, nazionali, strumentali considerazioni da parte politica di centrodestra, riconoscimento di non luogo a procedere per insussistenza del reato. Anzi, dei reati ipotizzati: si era agito nell’ambito delle leggi e dell’interesse della struttura pubblica. Potrei ancora citare le periodiche visite in ufficio dei Carabinieri dei Nuclei AntiSofisticazione e Sanità di Parma coi quali ho stabilito una costante collaborazione (su loro richiesta) che spesso ha permesso di chiarire molte situazioni oggetto delle loro indagini in merito a rapporti “esterni” dei medici, spesso unendosi con le visite e la collaborazione con i militi della Guardia di Finanza. Ultimo episodio: ero giovane, mi muovevo col Ciao, un cinquantino allora di successo, di poco costo. Mi sono infilato in un senso unico contromano e non incrocio proprio una pattuglia di Carabinieri? Come si dice: la fortuna è cieca ma la sfiga e i Carabinieri ci vedono molto bene. Inversione di marcia da parte loro, tentativo di fuga da parte mia, raggiunto e fermato dopo un paio di vie. Cazziatone, verbalone, multone, secondo cazziatone a casa, papà che paga. Bene, mi sono divertito con i ricordi personali e potrei proseguire con i ricordi delle manifestazioni ai tempi degli studi ma è tempo di parlare dei racconti del libro che dovrei recensire. Sono 15, alcuni scritti da chi veramente indossa la divisa dell’Arma, altri di autori partecipanti ad uno specifico concorso. Interessanti, talvolta curiosi, capaci di affrontare la realtà sociale nella quale viviamo e che proprio i Carabinieri si trovano ad indagare. Rapine, omicidi, sfruttamento della prostituzione, furti d’opere d’arte, di tutto un pò. Insomma, una lettura leggera ma interessante e qualche buona penna che potremmo presto o tardi ritrovare in un più completo romanzo giallo o noir personale. In buona sostanza, a conclusione, rispetto e simpatia per l’Arma e buona lettura (il libro è disponibile in formato kindle e in cartaceo usato in Amazon.it, n versione e-book in Libreria.Coop) auspicando che abbia seguito il premio letterario “Carabinieri in Giallo”, concorso avviato su iniziativa della rivista istituzionale dell’Arma, esteso a tutti coloro che amano il genere noir e che vorrebbero cimentarsi nell’immaginare un delitto e una soluzione (temo che il Premio sia però al momento sospeso dopo la nona edizione del 2015).

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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