Arte di Resistenza: “PAROLE E MACCHIE”. L’assessore leghista Zandonella fa cancellare scritte e Alberto Esse risponde con un’installazione performance di ripristino

Le immagini delle prime scritte apparse a deturpare il muro in evidenti splendide condizioni della Biblioteca comunale piacentina, con la successiva opera di cancellazione disposta su ordine dell’assessore leghista, il giovin Zandonella, ai primi d’ottobre (immagini pubblicate da Libertà, quotidiano di Piacenza)

Premessa: tempo fa mano ignota scrive sul muro della Biblioteca Passerini Landi di Piacenza la frase ‘Lou Reed ti amo‘. Altra mano (o forse la stessa?) replica e scrive ‘Ieri partigiani, oggi antifascisti‘. Indignazione (talmente virulenta da far pensare all’azione propagandistica) del giovin assessore Zandonella, seguace della Lega di Salvini, che immediatamente dichiara pronte azioni di cancellazione con contestuali minacce contro gli ignoti vandali. Passa un qualche tempo ed ecco apparire nuova reproba scritta: ‘Odia la Lega / ama Lou Reed‘. Lo Zandonella, attento censore, prontamente replica inviando gli addetti di Iren che spazzolano il muro incriminato lasciando una bella macchia grigia. Ma l’artista Alberto Esse incombe: non nega una performance della quale quivi, riprendendo quanto espresso in facebook, riportiamo motivazione.

L’artista piacentino Alberto Esse, ieri all’opera gessetto alla mano

Nella giornata di domenica 10 febbraio 2019 l’artista Alberto Esse ha realizzato la installazione performance “Parole e macchie” ripristinando in modo creativo e non invasivo (con un gessetto) le scritte apparse e poi cancellate sui muri della Biblioteca Civica a Piacenza.
A seguire il suo intervento durante la performance.

Il sempre più splendido stato di eccellente conservazione del muro incriminato che già alla fine dell’estate aveva suscitato l’indignazione del giovin assessore leghista Zandonelle per le orribili scritte graffettate da ignote mani

Chiarisco innanzitutto che sono assolutamente contrario ai cretini che scrivono sui muri storici o su monumenti della città. Sono in disaccordo anche con coloro che scrivono su normali muri TAG e frasi oscene o senza senso. Diverso invece è il discorso che riguarda, sui muri generici, le scritte di carattere politico-sociale o poetico o creativo che a mio avviso hanno una loro dignità: Se andate in via Colombo potrete vedere su un muro la scritta “VOTA GARIBALDI” e il faccione barbuto di Giuseppe. Si tratta di una scritta fatta in occasione delle elezioni del 1948. Per me questo graffito dovrebbe essere tutelato come patrimonio storico visuale della città”
“In questo caso invece sono intervenuto per ripristinare, con dei gessetti (quindi facilmente cancellabili) non sull’intonaco di un muro ma su delle orrende macchie grigio topo fatte da Iren per cancellare alcune scritte apparse nei giorni scorsi.
Questo per rendere evidente come spesso la pezza è peggiore del buco ma anche per denunciare l’ipocrisia di chi si affretta a far cancellare scritte antifasciste e invece lascia sui muri per anni, scritte o simboli nazifascisti; per denuciare l’ipocrisia di chi si indigna per quattro parole su intonaci o muri cadenti e non ha nulla da dire su quell’inquinamento visivo coatto dei grandi tabelloni pubblicitari che infestano la città e soprattutto non ha nulla da dire sullo stupro della nostra città consistente nell’invasione di automobili che contribuiscono a creare una aria mortifera; per denunciare l’ipocrisia di chi non ha nulla da dire sulla cementificazione selvaggia, sul proliferare della logistica e sui progetti di parcheggi interrati in Piazze Storiche, di chi come la Sovristenza ha permesso il noto sfregio al selciato di Piazza Cavalli. Due pesi e due misure inaccettabili.
Nel caso specifico si sono cancellate le scritte ma non si è intervenuto sulla vergogna dell’intonaco cadente sbrecciato da anni sui muri della Biblioteca: questo si un affronto alla dignità della città e della cultura.
Questa performance infine si richiama ad una mio intervento del 1969, quando invitato alla Mostra “L’arte Contemporanea in Emilia organizzata dall’allora GAM nelle sale di Palazzo di Re Enzo a Bologna partecipai con la diffusione tra il pubblico di un centinaio di opere intitolate “Da usare subito – gessetto Bianco” con allegato appunto un gessetto. Sull’opera foglio, tra l’atro, era scritto: “una comunicazione bassa anche un metro da terra popolare ancora un tentativo prima del silenzio rifiuto della pagina muro come soluzione muro la via la piazza il muro l’intonaco la calce il gessetto il pennello di nascosto per non essere scoperto integrato la pagina muro un gesto inconsueto illegale : nottetempo scrivere sui muri si può e sporca le mani di bianco (è severamente vietato scrivere sui muri)”.

Alberto Esse ha concluso la performance graffettando con il gessetto l’orribile macchia grigio topo fatta dagli operatori inviati dall’assessore Zandonella

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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