Nato nel 1877 a Delfshaven, vicino a Rotterdam, Kees Van Dongen studiò prima in una scuola di disegno industriale, poi all’Accademia di Belle Arti. Nel 1897 si stabilì a Parigi, dove subì l’influenza di Édouard Vuillard e di Paul Gauguin e dove collaborò a varie riviste satiriche. Nel 1904 venne allestita la sua prima mostra personale, grazie alla quale conobbe André Derain, che lo indirizzò verso la pittura fauve: le sue tele si distingueranno per le tinte cromaticamente accese ed il disegno elegante e sensuale.
Nelle opere di questi anni Van Dongen ritrae la società del suo tempo con occhio critico e ironico e con uno stile brillante ed aggressivo, che tiene conto sia dei colori accesi e vivaci dei fauves, sia delle semplificazioni formali del cubismo, sia delle esperienze emotive dell’espressionismo: nasce così uno stile particolare, una fusione di diverse esperienze che porta verso una pittura diretta ed aggressiva. La sua tavolozza particolarmente ricca esprime una potente vitalità, passionale e sensuale, indipendentemente dai soggetti scelti: la vita del circo e dei cabaret, le ricche dame dell’alta borghesia (che si contesero i suoi ritratti), la sfrontatezza di nudi provocanti e lussuriosi, la purezza e l’innocenza dei bambini, i ricordi dei suoi viaggi, le nature morte.
Nello stesso tempo compaiono alcuni elementi più vicini all’espressionismo: mentre i fauves trattano i loro soggetti da un punto di vista puramente descrittivo, con poche allusioni di natura psicologica o sociale, i ritratti di Van Dongen vanno al di là della semplice rappresentazione e ricercano valori emotivi e simbolici attraverso un’analisi impietosa della società in cui vive, proprio come stavano facendo negli stessi anni gli espressionisti tedeschi.
Nel 1959 si stabilì a Monte Carlo, dove morì il 28 maggio 1968 (appunti da Wikipedia).