“Angeli notturni di rosso vestiti”, romanzo di Paolo Clementi, De Ferrari editore, 2014

Duccio Messia non può vantare altro che una vita anonima trascinata senza colpi di scena e tuttosommato senza entusiasmi. Colpa del padre? Combattente per un mondo di giustizia e di uguaglianze, costretto alla latitanza, sin dalla tenera età di Duccio (aveva dieci anni)  ha abbandonato moglie e figlio e, di lui, non si sa più nulla. In particolare non ne sa nulla la Digos che comunque resta sempre in agguato. Ma quel padre esiste e, improvvisamente, si fa vivo. Qualcuno suona alla porta, il postino. Porta una lettera che arriva dal nulla, esce dall’oblio del tempo. Una lettera firmata “tuo padre”, latitante tra il Ponente ligure e la Costa Azzurra francese. Sono passati quindici anni dalla sua scomparsa, qualcuno sosteneva fosse morto, qualcun altro che avesse ereditato una fortuna dai compagni francesi e fosse dedito ad opere di bene a favore dei poveri e di chi ha bisogno. Da poco laureato, in attesa di un buon lavoro (ma di nessun interesse) che avrebbe iniziato alla fine dell’estate, a ottobre, una ragazza, Vittoria, protagonista di una storia già spenta: Duccio guarda lo specchio per capire il senso della sua vita e dal riflesso di nebbia che lo specchio gli restituisce, decide. Parte, prende una vacanza dalla routine. Parte alla ricerca dell’incontro impossibile, parte alla ricerca di se stesso, del senso della vita. Affitta una stanza in un piccolo paese della Liguria ed inizia il pellegrinaggio alla ricerca del padre perduto. Incontra personaggi fuori dal tempo, compagni che hanno condiviso le lotte del genitore pur senza mai incontrarlo ma avendolo come riferimento. Vive nella magica coinvolgente atmosfera del mare, di una terra che sembra fuori dal tempo, fuori dalle consuetudini, una terra magica capace di ammaliare, di avvolgerti in un mondo altro, un mondo fuori dalle consuetudini, dove anche una vecchia signora ricca ereditiera può essere dalla parte degli umili, sostenitrice delle lotte di chi ha cercato di impegnarsi per un mondo migliore finendo con il pagare duramente le proprie aspirazioni all’equità. Un mondo dove vivono appunto “Angeli notturni di rosso vestiti“. Non resta dunque che leggere il racconto e seguire Duccio nella ricerca del padre forse barbone nascosto nei boschi dedito alla raccolta di erbe aromatiche o forse sorta di santone laico oggetto di un vero e proprio pellegrinaggio da parte di chi non vuole arrendersi ad una società basata su convenzioni che alla fine premiano solo furbi e cialtroni, egoisti danarosi spesso criminali e malavitosi.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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