I soldati venuti da lontano
alla sera nella valle alla taverna
bevono, cantano, si ubriacano,
nella taverna i soldati ballano.
Musica, vino e nella mente
la ragazza lasciata a casa,
nella grande stanza alla taverna
grolla, caffè caldo e molta grappa.
Redio arriva dalla bassa della pianura
da maestro suona l’organetto,
con un chiodo pulisce i denti,
Romagna mia, suona di nostalgia.
Musica, vino e la ragazza bionda
i soldati la penna sul cappello
si sfidano a sorsi di Latte di suocera,
chi più ne beve vince niente.
I soldati la penna sul cappello
sognano Trento, la mamma e la ragazza
la ragazza con la larga gonna
ricamata dei fiori dei prati.
I ragazzi la penna sul cappello,
lasciano al muro fucile e baionetta,
ballano, musica, vino e grappa,
sul petto la foto della ragazza mora.
Gira la grolla di mano in mano,
cantano i soldati del sole di Napoli,
di mano in mano la bottiglia di vino,
sognano la ragazza vestita di blu.
Ballano allegri tutti i soldati
che nell’aia si sono spostati
tuono del cannone, fuggono gli storni,
nella taverna non c’era più nessuno.
Sulle macerie di quella taverna
grolla senza grappa senza caffè,
i ragazzi dismessi armi ed elmetti,
son tornati a far crescere il grano.