“Alpini 1918, luogo qualunque tra le valli alpine”, lirica di Claudio Arzani in lettura a Castell’Arquato

‘Alpini 1918’ fa parte della pièce teatrale che verrà proposta oggi, alle 18.15 circa, a Castell’Arquato. Ne darà lettura Dalila Ciavattini. La lirica, va ricordato, nel 2015 fu premiata al concorso organizzato da ‘Hostaria delle Immagini’ a Cortemaggiore a ricordo dei cento anni dalla Grande Guerra

I soldati venuti da lontano
alla sera nella valle alla taverna

bevono, cantano, si ubriacano,
nella taverna i soldati ballano.
 
Musica, vino e nella mente
la ragazza lasciata a casa,
nella grande stanza alla taverna
grolla, caffè caldo e molta grappa.
 
Redio arriva dalla bassa della pianura
da maestro suona l’organetto,
con un chiodo pulisce i denti,
Romagna mia, suona di nostalgia.
 
Musica, vino e la ragazza bionda
i soldati la penna sul cappello
si sfidano a sorsi di Latte di suocera,
chi più ne beve vince niente.
 
I soldati la penna sul cappello
sognano Trento, la mamma e la ragazza
la ragazza con la larga gonna
ricamata dei fiori dei prati.
 
I ragazzi la penna sul cappello,
lasciano al muro fucile e baionetta,
ballano, musica, vino e grappa,
sul petto la foto della ragazza mora.
 
Gira la grolla di mano in mano,
cantano i soldati del sole di Napoli,
di mano in mano la bottiglia di vino,
sognano la ragazza vestita di blu.
 
Ballano allegri tutti i soldati
che nell’aia si sono spostati
tuono del cannone, fuggono gli storni,
nella taverna non c’era più nessuno.
 
Sulle macerie di quella taverna
grolla senza grappa senza caffè,
i ragazzi dismessi armi ed elmetti,
son tornati a far crescere il grano.
Soldati al fronte, olio su tela di Stefano Valvassori

 

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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