L’uscio stridulo apersi, e de la soglia
fier custode latrante il piè mi morse;
vigilavan le serve, e ’ntanto sorse
chiara la luna in ciel piú che mai soglia.
Velata Lilla mia di bianca spoglia,
le braccia al collo tacita mi porse;
ma la famiglia garrula vi corse,
ed io gelai qual gel, tremai qual foglia.
Io non so dir se da la luce, accolta
nel doppio Sol de’ dolci lumi sui,
fu lor la vista abbarbagliata e tolta.
Coprimmi Amor con l’ali, o forse fui
cinto da nebbia di sospir sí folta,
che ’nvisibil divenni agli occhi altrui.
Giovan Battista Marino ( 1569 – 1625) è stato un poeta e scrittore italiano, suddito del Regno di Napoli. È considerato il massimo esponente della poesia barocca in Italia. La sua influenza su letterati italiani e stranieri del Seicento fu immensa. Di lui, il celebre critico Francesco de Sanctis scrisse: “Il re del secolo, il gran maestro della parola, fu il cavalier Marino, onorato, festeggiato, pensionato, tenuto principe de’ poeti antichi e moderni, e non da plebe, ma da’ più chiari uomini di quel tempo