Accadde oggi nel 2001 a Treviso: non ricordatelo all’uomo di certo nero d’umore, il solito Salvini

Il gesto più bello nel giorno più triste, quello della retrocessione matematica in serie C. I giocatori del Treviso, che all’epoca militava in serie B, hanno deciso una originale risposta al razzismo dei tifosi, una parte dei quali aveva platealmente contestato, una settimana prima, l’ingresso in campo del giovane nigeriano Omolade. Sono pertanto scesi in campo nella partita contro il Genoa con il volto dipinto di nero.

I compagni di squadra hanno voluto così esperimere la loro solidarietà al giocatore oggetto di razzismo nella partita di Terni. Hanno aderito in blocco tutti i giocatori del Treviso: oltre agli undici schierati in campo, si sono truccati di nero anche quelli della panchina e persino l’allenatore Sandreani. Nel corso della settimana precedente l’incontro la società trevigiana era stata al centro di numerose polemiche legate alle intolleranze di una parte dei suoi tifosi. All’ingresso dei giocatori in campo c’è stato un attimo di imbarazzo, ma i fischi per la contestazione della vicina retrocessione in C si sono subito trasformati in applausi di approvazione per il gesto di solidarietà nei confronti di Omolade, comunque convocato e che peraltro segnò il gol del momentaneo vantaggio dei trevigiani (2-1) poi vanificato dal pareggio dei rossoblu.

Per quanto al titolo, in realtà non abbiamo notizie precise del pensiero d’allora e dell’umore del leghista Salvini oggi ministro dell’interno che preannuncia “la fine della pacchia” per gli immigrati (neri e non neri). Possiamo però immaginare fosse nero di rabbia per quel gesto di solidarietà. Come per certo lo era il Sindaco,  Giancarlo Gentilini, ovviamente leghista che invece di criticare i cori razzisti commentò I giocatori hanno scelto il colore giusto, il nero della vergogna per la retrocessione in C.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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