“A ciascuno il suo”, romanzo di Leonardo Sciascia, Gedi gruppo editoriale, 2021

Un bel romanzo che, con la veste apparente del giallo, ci ripropone, dopo “Il Giorno della civetta” la rete politico-democristiana mafiosa. In un piccolo paesino dell’entroterra siciliano il farmacista riceve una lettera minatoria con la quale lo si accusa di non si sa quale malefatta e lo si minaccia di morte. Ovviamente lettera anonima, un foglio con le parole ritagliate da un giornale. La Sicilia era ed è tuttora una terra sanguinante per cui l’avvertimento, anche se il destinatario ne ignora il motivo, non può e non deve essere sottovalutato. Infatti l’indomani mattina il farmacista in compagnia dell’amico dottor Roscio come d’abitudine si avvia per una normale battuta di caccia e mal gliene coglie: vengono ritrovati entrambi cadaveri. Delitto passionale, come intuibile dalla lettura tra le righe, farebbe pensare il contenuto del famoso biglietto minatorio? Non ne è convinto il professore di lettere Laurana, insospettito dalla presenza nel biglietto della parola unicuique, presente nella testata dell’Osservatore Romano, giornale letto solo dal parroco e dall’arciprete imparentato con l’avvocato Rosello, esponente di spicco della Democrazia Cristiana, sostenuto dai vertici ecclesiastici parrocchiale e su su, arrivando a Palermo e fianco al Vaticano stesso. Inizia un’indagine privata da parte del professore che in breve scopre del misterioso viaggio a Roma dove il degunto dottor Roscio ha incontrato un parlamentare comunista. Lo raggiunge a sua volta e scopre che il Roscio aveva manifestato l’intenzione di denunciare la corruzione di un noto personaggio politico appoggiato dalla Democrazia Cristiana e dalla stessa chiesa. Laurana prosegue con l’indagine, parla col parroco e scopre che il personaggio in questione è proprio Rosello, cugino della vedova Roscio e, inattesa sorpresa, innamorato e amante della stessa. Scoperta la tresca da parte del marito, questi appunto si era recato dal deputato comunista con la promessa di procurargli documenti compromettenti per il rappresentate democristiano provandone intrallazzi e corruzione. Dunque l’assassino o quantomeno il mandante del duplice omicidio sarebbe il Rosello? Laureana decide di contattare la vedova che spontaneamente dice di volergli confessare tutto, di volersi liberare di Rosello e della sua corruzione e per tutto questo, gli propone un appuntamento in un bar a Palermo. Il romanzo ci racconta a questo punto del professore che prende il treno ma, quanto al seguito, lasciamo al lettore la prosecuzione del viaggio e della vicenda che ci fornisce un quadro dettagliato dell’ambiente siciliano, caratterizzato dalla presenza magari silente, sottotraccia ma dominante, della mafia che pure Sciascia non nomina mai, caratterizzato dall’ambiguità dei personaggi sempre a doppia faccia, un ambiente dove tutti sanno ma non dicono, dove tutti dicono ma fanno finta di non sapere, dove la collusione tra politica e corruzione, tra mafia e politica, sono all’ordine del giorno.

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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