“Da Viznar a Pripyat”, lirica di Lucia Bonanni premiata a Jesi dedicata ai bambini di Chernobyl

La presentazione oggi alle 17,00 de “Il soffio del vento, da Chernobyl a Caorso trent’anni dopo” (Pontegobbo edizioni) a Castell’Arquato diventa occasione per ricordare e sostenere le associazioni e le persone che ancora ospitano i bambini di ieri e di oggi vittime del disastro nucleare. Arzyncampo ospita dunque il disegno di Edoardo Arzani con la bambola rotta sulle rive del fiume Pripyat e riporta la splendida poesia di Lucia Bonanni pubblicata dal sito ‘Il mio giornale

I bambini di Viznar
mangiano croste di pane
nero e sotto il lucore della luna
nuova al bivio di Alfacar
per la strada serpentina corrono
in cerca di poetiche presenze
i bambini di Prypiat
mangiano fette di pane
bianco, unto di scorie radioattive
tra fumi accecanti e case deserte
sotto i raggi di una luna in lutto
con la voce rotta dalle vampe
graffiano versi di preghiera
e le ustioni nelle ossa corrono
a cercare unguenti
nella foresta rossa dove si aggira l’orso
i bambini andalusi
hanno negli occhi i sogni
delle mele rosse
e tra muri a secco e pallide infiorescenze
giocano con bambole di pezza
e spade di cartone
e già vedono nella città fantasma
i compagni ucraini che raccattano
numeri atomici e pezzi di reattori
dalle vie di Viznar alla città di Prypiat
la solitudine é tragedia immane
e la primavera ugualmente perde
le gemme tra aranci denudati
e il livore tossico di paludi oscene.
I bambini di differenti aree geografiche e diversa realtà socio-culturali narrano la vicenda umana e poetica di Federico Garcia Lorca, assassinato nei pressi di Viznar il 19 agosto del 1936, e il disastro nucleare di Chernobyl, avvenuto il 26 aprile del 1986 e che portò alla distruzione della vicina città di Prypiat; nella sincronia dei piani evocativi i bambini andalusi e quelli ucraini levano la loro voce a difesa dei diritti dell’infanzia

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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