“Venere, madre di Eros, ignoto il padre”, lirica di Claudio Arzani (ciclo dei grandi amori/2)

Marte e Venere sorpresi da Vulcano, olio su tela, di Alexandre Charles Guillemot

Più di mille gli amori della dea
bastava uno sguardo per farla sognare
alle sue grazie era semplice arrivare
ognuno sceglieva quale strategia adottare.
Data in sposa al dio del fuoco
tutto dedito al suo lavoro
quel matrimonio non poteva funzionare
altri amori lei certo non disdegnava.
Molti figli vennero alla luce
frutti dell’amore tra i quali Amore
del quale certa la genitrice
tra i tanti amanti ignoto il genitore.
Forse Mercurio, forse il consorte,
 non si esclude fosse un estraneo
forse anche un semplice umano
del resto mai negava i suoi favori.
Finché come era inevitabile
il marito la sorprese al ritorno dal lavoro,
labbra sulle labbra con un rivale
quell’arrogante l’odioso Marte.
Incontenibile l’indignazione di Vulcano,
sicuramente tremendamente arrabbiato
in una rete i due reprobi imprigiono’
e al pubblico ludibrio li mostrò.
Per stasera non si batte chiodo
questo il pensiero di chi osservava
ma per tutti il futuro era assicurato
perché un concetto era ben chiaro.
Se il marito pensa al lavoro
anziché ai doveri dell’amore
inevitabile che nel talamo coniugale
possa infilarsi qualche rivale.
Venere, olio su tela di Jacopo Palma il Vecchio

Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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