“Un mundo para los trabajadores”, di Juan Antonio Devaud da “Ricordando il Cile”, ed. Vicolo del Pavone, Piacenza, 1982

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Nel 1970 il socialista Salvador Allende fu eletto al governo con l’appoggio dell’Unità Popolare. Si confrontò con molti problemi economici e la forte opposizione delle élites economiche che tentarono di bloccare le sue riforme, e del governo degli Stati Uniti di Richard Nixon.

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Allende credeva in una rivoluzione democratica, ma l’11 settembre del 1973 si attua il colpo di stato cileno, con l’aiuto della CIA

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Rivoluzione

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Rivoluzione è il grido disperato

di coloro che un giorno

sognarono di essere liberi

e si svegliarono incatenati

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Revolucion

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Revoluciòn es el grido desesperado

de aquéllos que un dìa,

sognaron que eran libres

y se despertaron encadenados

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L’Esercito cileno conduce materialmente il golpe e consegna il potere nelle mani del Generale Augusto Pinochet Ugarte che passerà alla storia come uno dei più disumani dittatori del Novecento, tristemente celebre per la barbara eliminazione dei suoi oppositori.

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Durante la sua feroce dittatura, durata dal 1973 al 1990, furono torturate, uccise e fatte sparire almeno trentamila persone, tra cui gli uomini di Unidad Popolar (la coalizione di Allende), militanti dei partiti comunista, socialista e democristiano, accademici, artisti e musicisti (come Victor Jara), professionisti, religiosi, studenti e operai

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Prima di quanto si pensi

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Un giorno, fratelli, ci incontreremo

gridando la vittoria dei popoli liberati

con i pugni in alto

con i pugni alzati.

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Quel giorno fratelli, saranno con noi

tutti gli assassinati, tutti gli scomparsi

tutti quelli che un giorno ci lasciarono

con i pugni in alto

con i pugni alzati.

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E di nuovo fratelli,

risorgeranno i popoli

a sud del Rio Bravo

con i pugni in alto

con i pugni alzati.

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Caupolican, Allende, Lautaro, Galvarino

O’Higgins, Che Guevara, Bolivar y Rodrìguez

si leveranno dalle loro tombe

con i pugni in alto

con i pugni alzati.

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Mas temprano que tarde

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Algùn dìa hermanos nos reencontraremos,

gritando la victoria

del pueblo liberado,

con los pugnos en alto, con los pugnos alzados

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Ese dìa hermanos starà con nostro,

todos los desaparecidos, todos los asesinados,

todos los que un dìa sin querer nos dejaron,

con los pugnos en alto, con los pugnos alzados

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Y de nuevo hermanos

resurgiràn los pueblos,

al sur del Rìo Bravo,

con los pugnos en alto, con los pugnos alzados

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Caupolicàn, Allende, Lautaro, Galvarino,

O Higgins, Che Guevara, Bolìvar y Rodrìguez

se alzaràn de sus tumbas

con los pugnos en alto, con los pugnos alzados

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[ commons.wikimedia.org/wiki/Image:Allende_supp… ]

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Dal 1973 al 1990 il mondo fu testimone di migliaia di sparizioni, decine di migliaia di arresti, torture ed esili. Tutto si concluse, apparentemente, con il “Plebiscito” del 1989, proposto dalla stessa giunta pinochetista. Il rifiuto a Pinochet scaturito dal plebiscito, in realtà fu una farsa che portò ad una pseudo-democrazia nella quale l’ex dittatore mantenne la carica di comandante supremo delle forze armate.

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Bisognerà attendere il 2000 perché la democrazia torni in Cile, con l’elezione a presidente di Ricardo Lagos.Infine, nel 2006, Michelle Bachelet, socialista, è eletta Presidente con 53.5% dei voti. Nello stesso anno, impunito per i suoi crimini, muore Pinochet, a 91 anni.

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Un nuovo mondo

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Voglio un mondo senza generali

senza ministri della guerra,

un mondo con tanti bambini

con i cani, con i fiori, senza dittatori.

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Voglio un mondo di speranza

di sogno, di gioia

un mondo di pace

senza guerra, senza bombe, senza missili.

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Voglio un mondo senza rancori

senza bianchi e senza neri.

Voglio un mondo libero

un mondo per i lavoratori.

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Un nuevo mundo

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No quiero un mundo con generales,

tampoco con ministros de la guerra.

Quiero un mundo con nignos,

con perros, con flores. Sin dictadores.

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Quiero un mundo lleno de esperanzas,

de ensuegnos, de alegrìa,

un mundo de paz,

sin guerras, sin bombas, sin misiles.

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Un mundo sin odios ni rencores,

sin blancos, sin negros

quiero un mundo libre,

un mundo para los trabajadores

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Juan Devaud (in piedi) durante una manifestazione pubblica negli anni ’80,

alla sua destra Franco Benaglia (segretario della Federazione Socialista di Piacenza)

e Angelo Tansini, segretario P.S.D.I.

( foto Bellardo da Libertà quotidiano on line)

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Juan Antonio Devaud, “Un hombre coherente y libre”

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Sindacalista per dieci anni (Presidente nazionale del sindacato dei lavoratori dell’acciaio), dirigente del Comitato Regionale del Partito Socialista Cileno, Juan Antonio Devaud con l’avvento del governo Allende fu incaricato della direzione di un ente provinciale per lo sviluppo economico.

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Arrestato l’11 settembre 1973, sottoposto a tortura per 30 giorni, condannato dal Consiglio di guerra a un anno e mezzo di prigionia, lasciato in libertà vigilata per due mesi, imbarcato verso l’esilio arriva in Italia e a Piacenza in particolare nel settembre 1975.

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Considerava suo preciso impegno e dovere il diventare portavoce della tragedia della sua gente e per questo, nei circa tredici anni trascorsi nel nostro paese, fu protagonista di numerose iniziative condotte nell’ambito e con il supporto del Partito Socialista Italiano.

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Di carattere estroverso, spesso animava le feste dell’Avanti! caratterizzando la sua presenza offrendo cocktail cileni che erano fonte di finanziamento per il movimento di solidarietà ma anche occasioni per avviare accesi confronti politici e di informazione sulla tragedia cilena.

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Era un punto di riferimento per i suoi connazionali e forse, oltre alla nostalgia, fu l’incontro con “un ragazzo lacero/ dallo sguardo triste” a spingerlo al ritorno, quasi a rispondere alle accuse di aver lasciato la sua lotta a metà strada, di non essere rimasto a combattere contro la dittatura in Cile.

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Nel 1988 Juan Antonio torna finalmente nella sua terra continuando nell’impegno per l’affermazione della democrazia. A chi lo ha conosciuto e stimato ha lasciato una raccolta di versi, “Ricordando il Cile”, 25 poesie edite nel dicembre 1982 da Tipografia Nazionale Editrice (in seguito cooperativa editrice Vicolo del Pavone) di Piacenza

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Mercoledi 9 luglio 2008 Antonio é stato sepolto nel suo paese, nel comune di Ellina. Aveva 76 anni

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Al compagno col quale ho vissuto tanti momenti di impegno comune un abbraccio fraterno, un saluto col pugno alzato, un grazie per aver continuato a credere in un nuevo mundo fino all’ultimo giorno, fino all’ultimo minuto

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Altri post dedicati ad Antonio, leggi qui

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Altre poesie: “Angoscia”,

dedicata alla madre morta in Cile

durante l’esilio

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Pubblicato da arzyncampo

14 febbraio 1954, bassa pianura emiliana, Fiorenzuola d'Arda, quell'era le debut. Oggi vivo e lavoro a Piacenza. Giornalista pubblicista, il destino ha voluto mi impegnassi in tuttaltro campo, al servizio dei cittadini nella sanità pubblica. Tuttavia scrivere, per me, é vitale, divertente, essenziale, un mezzo per esprimere la mia presenza nel mondo e dir la mia. Così dal giornalismo sono passato, per passione e non per lavoro, alla poesia, alla narrativa, ai resoconti, agli appunti ovunque e su tutto, fino alla scoperta del blog. Basta scrivere, appunto, per dire di aver qualcosa da dire alla gente di questo nostro mondo. Fin quando avrò una penna, ci sarò.

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